Nuova magia di Edoardo Tresoldi. Spettacolare scenografia ad Abu Dhabi, tra natura e architettura
Appaiono architetture classiche, tra cespugli fioriti, alberi, aiuole. Ed è tutto immateriale, quasi invisibile. Tecnica e visioni di un artista che usa il metallo come fosse grafite nel vuoto. Grande evento negli Emirati Arabi…
Inarrestabile, Edoardo Tresoldi. Perfettamente a suo agio con spazi imponenti e progetti monumentali, affezionato a un’idea dell’arte come occasione scenografica, seduzione teatrale, incantesimo e stupore. E committenza dopo committenza crescono le ampiezze, il livello delle sfide, i budget e la radicalità delle visioni. Visionario, per l’appunto: l’aggettivo che meglio connota questo suo lavoro fatto di grandeur e di magia, nel tentativo di lasciar affiorare l’invisibile in tutta la sua potenza.
Dopo la ricostruzione della basilica medievale del parco archeologico di Santa Maria di Siponto, in Puglia, ricollocata nel suo sito originario in forma di apparizione fantasmagorica, è la stessa particolare tecnica a generare oggi un altro capolavoro. Strutture di maglia metallica, disegnate nel volume dell’aria così come si disegnano architetture perfette e immateriali nel vuoto di una simulazione digitale, nell’immaginazione, nel campo delle idee.
ARCHITETTURA CON GIARDINO PER I REALI DEGLI EMIRATI ARABI
Stavolta, però, non si tratta di un’opera a cielo aperto ma di un interno. Per l’esattezza uno spazio di 7.000 metri quadri, ad Abu Dhabi, che ha ospitato un evento per la famiglia reale in presenza di circa 1.900 invitati provenienti da tutto il Medio Oriente.
Tresoldi, insieme allo studio Designlab Experience di Dubai, ha lavorato 3 mesi per costruire la mirabolante scenografia: nell’innesto tra natura e architettura, ma anche tra artificio e realtà, dei veri giardini lussureggianti – arbusti, aiuole, siepi, cespugli fioriti – incontrano finti archi, porticati, cupole, colonne: un geometrismo puro che è alla base degli archetipi architettonici classici e modernisti. Intanto stormi di uccelli solcano cieli immaginari, dribblando grandi cubi sospesi. Un miraggio, che ha la trasparenza della rete e la solidità di una memoria costruttiva, evocata con sapienza progettuale e finezza artigianale.
Sorprendente il risultato, raccontato nello splendido diario fotografico di Roberto Conte. Alcune delle installazioni realizzate per l’occasione saranno riallestite, separatamente, in diversi luoghi istituzionali: università, musei e parchi della capitale degli Emirati Arabi Uniti.
– Helga Marsala
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