Art Basel Week. Le sei fiere da visitare a partire da lunedì
Ecco il bouquet delle fiere collaterali da non mancare se siete in Svizzera per Art Basel. Da Liste a Scope Art Fair fino a Volta. E non mancano alcune novità. Il tutto al netto di I never read, la fiera dedicata all'editoria di cui parleremo in un articolo a sé.
La tendenza dei grandi eventi d’arte è questa: anticipare di anno in anno gli appuntamenti, cosicché l’inaugurazione dell’evento principale diventa non la prima, ma l’ultima tappa del percorso in ordine di tempo. Succede così anche a Basilea per la settimana di Art Basel, con i primi appuntamenti addirittura la domenica sera e poi una serie di fiere e musei che inaugurano il lunedì. Intanto vi aggiorniamo sul bouquet delle fiere da non mancare, mentre domani vi racconteremo quali sono le mostre in città (e anche leggermente fuori città) che vanno visitate.
ART BASEL
L’ammiraglia delle fiere europee (e mondiali) snocciola i consueti numeri pesanti anche per l’edizione 2017: 291 gallerie, oltre 4.000 artisti. Le grandi ci sono pressoché tutte e notevole è pure la presenza italiana, con Artiaco di Napoli, Continua di San Gimignano, Massimo De Carlo di Milano, lo Scudo di Verona, Invernizzi di Milano, kaufmann repetto ancora da Milano, Magazzino di Roma, Giò Marconi di Milano, Massimo Minini da Brescia, Franco Noero da Torino, Christian Stein da Milano, Tega da Milano, Tornabuoni da Firenze, Tucci Russo da Torre Pellice e Zero… da Milano. Oltre alla Main section, ci sono Feature (con opere di artisti storicizzati), Statements (solo project di artisti emergente), Edition (settore dedicato a multipli e similari), Unlimited (la grande mostra-mercato con opere che – almeno in teoria – lavorano su grande scala), Parcours (settore che esce dalla fiera per punteggiare la città con installazioni, performance, proiezioni), Film (si commenta da sé), Magazines (che ricevono un trattamento ben diverso da quello ricevuto solitamente nelle fiere italiane) e infine Conversations (ambito che meriterebbe un evento a sé: temi e speaker di altissimo profilo, ma calati in una settimana talmente intensa che diventa arduo partecipare).
LISTE
La decana delle fiere collaterali ha ormai doppiato il capo dei vent’anni, essendo stata fondata nel 1996. La location è sempre il labirintico spazio post-industriale del Warteck, la formula anche: una ottantina di gallerie, con un flusso che ne accoglie una dozzina di nuove ogni anno, mentre altrettante fanno il grande passo che le porta alla main fair. Qui la presenza italiana è meno importante (la lettura del fenomeno rischia di essere semplice: ci sono poche forze nuove in campo, e di valore internazionale) Laveronica di Modica, Francesca Minini da Milano, Monitor da Roma, Federico Vavassori da Milano e – la citiamo per il suo staff tutto italiano – Supportico Lopez da Berlino. Da segnalare il Performance Project giunto oramai alla sua 13esima edizione: quest’anno, per la cura di Eva Birkenstock, si riflette sul concetto di coreografia con un cartellone che propone nomi del livello di Jérôme Bel e Dana Michel.
VOLTA
Fiera fondata nel 2005 da Amanda Coulson, si trova in una non felicissima struttura in Markthalle, a due passi dalla stazione ferroviaria principale. Esplicita la mission di essere un trampolino e una vetrina per poi andare a esporre nelle fiere principali. Negli ultimi anni il livello è stato però molto altalenante, con stand spesso vedono fianco a fianco proposte di grande interesse e altre assai meno rilevanti. Sta di fatto che anche qui la presenza italiana non manca, con la Galleria Bianconi e the flat di Milano, Doris Ghetta di Ortisei, Massimodeluca da Venezia-Mestre, Montoro12 da Roma e Privateview da Torino.
SCOPE
Col tempo anche Scope ha perso molto del suo smalto e della sua grinta nell’andare a scovare proposte giovani ed emergenti. Resta tuttavia una fiera da visitare, soprattutto per chi si occupa di scouting o si approccia con dovuta circospezione al collezionismo. La sede quest’anno cambia: si torna nei dintorni di Messeplatz, dopo alcuni anni in location assai scomode, che avevano fatto storcere il naso in primis ai galleristi. E gli italiani non sono assenti: ci sono infatti Antonella Cattani da Bolzano, Federico Rui e Pack e Primo Marella da Milano, Wunderkammern da Roma-Milano (attenzione: nella lista si nomina anche la Galleria Bianconi, che però è a Volta. Anomalia probabilmente dovuta a una doppia application e alla conseguente scelta della galleria di partecipare all’una piuttosto che all’altra fiera).
PHOTO BASEL
È la fiera più giovane dell’art week basilese (siamo giunti alla terza edizione) e l’unica in Svizzera a concentrarsi esclusivamente sul mezzo fotografico. Dall’Italia arrivano l’Affiche e mc2 di Milano, Raffaella De Chirico di Torino e VisionQuesT 4rosso di Genova, mentre la location è la Volkshaus, anche lei poco distante da Messeplatz. Una fiera contenuta nei numeri (34 gallerie) ma ben distribuita a livello geografico (16 i Paesi di provenienza, 5 i continenti).
DESIGN MIAMI
Dirimpettaia storica della main fair, resta un’oasi di tranquillità e gusto nel delirio di questa settimana tutta dedicata all’arte. Atmosfera rarefatta rispetto all’affollamento di booth delle altre fiere, proposte di grande qualità, una sezione (Design At Large, quest’anno curata dal fashion designer Thom Browne) che ha poco da invidiare all’omologo Unlimited. Va da sé che qui la presenza italiana è importante come poche altre: c’è Antonella Villanova da Firenze, Erastudio e Rossella Colombari e Nilufar da Milano, Stagetti/Galleria O. da Roma.
http://basel2017.designmiami.com/
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