L’8 giugno elezioni nel Regno Unito. E anche gli artisti dicono la loro nel post Brexit
Da Cornelia Parker a Wolfgang Tillmans gli artisti raccontano il Regno Unito che vorrebbero. In maniera forte, incisiva o diplomatica. Attraverso progetti su Instagram o collages politici in galleria.
L’8 giugno il Regno Unito torna al voto per eleggere il 57. Parlamento, interrompendo la legislatura che avrebbe dovuto concludersi nel 2020. In un triennio dalle precedenti elezioni (2015) di grandi sconvolgimenti per il Paese, dovuti soprattutto al referendum che ha visto lo scorso giugno vincere la posizione di coloro che hanno scelto il Leave, ovvero la volontà di uscire dall’Unione Europea, la battaglia tra Conservatori e il Partito Laburista, veri protagonisti del dibattito, si è fatta ancora più aspra. Sarebbe stata proprio la Brexit la motivazione dichiarata dall’attuale premier Theresa May per giustificare lo scioglimento delle camere e il voto anticipato. Sono molti i contendenti e molti i seggi. Ma lo scontro vero e proprio è quello tra la stessa May e il Laburista Jeremy Corbyn, figura chiave di una proposta politica con risvolti socialisti, tra i quali l’aumento del salario minimo a 10 sterline. Come sempre e come di consueto negli ultimi anni, gli artisti non sono stati a guardare e hanno scelto di schierarsi o di parlare, come molti americani nel corso della campagna Clinton Vs Trump, a favore o contro. Oppure della situazione politica generale, senza fare una scelta di campo. Ecco gli artisti che hanno detto la loro, verso l’election day.
-Santa Nastro
MARK MCGOWAN
Mark McGowan è un performer di Londra nato nel 1964 che ha sostenuto alacremente Jeremy Corbyn. Nel suo canale youtube, strumento di condivisione e di racconto, chiamato “Chunkymark”, ha postato diversi video a favore del candidato Laburista, senza mancare di dare degli affondi all’attuale Primo Ministro.
Uno dei video più recenti del canale, appena postato e che qui condividiamo, si intitola non a caso “Theresa May is a Threat!”, ovvero Theresa May è una minaccia.
CORNELIA PARKER
Il caso di Cornelia Parker è diverso. Non si è schierato l’ex candidato al Turner Prize nata a Cheshire nel 1956. È stata invece nominata “Election Artist 2017” cioè l’artista ufficiale per le elezioni di quest’anno. Selezionata da un comitato di esperti ha da sempre manifestato interesse per temi politici ed è presente nella maggiori istituzioni del Regno Unito, dalla Tate Modern alla British Library di Londra, con il suo lavoro. Per le elezioni 2017 sta raccontando la campagna, senza esprimere naturalmente preferenze, in un viaggio fotografico e quotidiano su Instagram. Ma l’opera finale sarà acquisita dalla Collezione d’Arte del Parlamento. Attualmente il suo lavoro è in mostra alle Frith Street Galleries. Il viaggio di Cornelia può essere seguito su @electionartist2017.
JEREMY DELLER
Non si è schierato particolarmente a favore di un candidato, ma sicuramente “contro” Theresa May. Jeremy Deller, nato nel 1966 a Londra, vincitore del Turner Prize nel 2004, ha letteralmente negli scorsi giorni invaso, in forma anonima, la città con dei poster realizzati insieme al progetto Flyingleaps recanti la scritta Strong and stable my arse. Le immagini scattate dai passanti sono diventate subito virali. Solo successivamente Deller ha confermato al quotidiano The Guardian di essere l’autore della guerrilla campaign, in risposta alle ultime dichiarazioni del Premier circa le politiche sociali promosse dal partito conservatore.
WOLFGANG TILLMANS
Lo scorso anno si era distinto per la sua battaglia a favore del Remain, combattuta con una campagna pubblicitaria a favore della registrazione al voto. Con i colori di Wolfgang Tillmans (Remscheld, 1968) e le sue forme ed una serie di slogan volti ad attrarre l’attenzione dei più giovani, soprattutto degli studenti. Nonostante i numerosi impegni alla Fondazione Beyeler a Basilea e alla Tate Modern di Londra, l’artista non cessa, dalle colonne del suo profilo Instagram, di profondersi in un alacre impegno contro la Brexit. Tra i suoi post quotidiani emerge quello che invita in maniera forte ad un voto consapevole e che dice “l‘8 giugno è il vero referendum Brexit, ora tutti sanno cosa significhi Brexit. Solo una parte si oppone alla follia”.
KENNARDPHILLIPS (PETER KENNARD AND CAT PHILLIPS)
Assomigliano un po’ ai famosi collages e fotomontaggi Merz di Kurt Schwitters contro il dittatore e le politche nazional socialiste i lavori che il duo artistico insieme dal 2002, ha presentato a partire dal 6 giugno da Dadiani Fine Arts a Londra. Anche qui l’intento non è quello di schierarsi da una parte o dall’altra della contesa elettorale quanto di fornire una immagine critica e sicuramente politicizzata, tipica nella ricerca dei due artisti, del momento storico che stiamo vivendo. Le pagine del Financial Times sono protagoniste nell’opera e raccontano il contrasto tra profitto aziendale e vita quotidiana, tra il concetto di PIL e il mondo delle persone.
JEREMY CORBYN
George W. Bush non è l’unico politico artista. Due anni fa Jeremy Corbyn, candidato Laburista, ha rivelato la sua passione segreta per la poesia (un suo libro è stato pubblicato in formato e-Book) e la pittura astratta. Naturalmente la dichiarazione ha conquistato il mondo della cultura, soprattutto quando Corbyn ha commentato, come riporta un articolo dell’epoca del Telegraph, che l’arte è “la maniera vitale con cui comunichiamo noi stessi, viviamo l’uno con l’altro e celebriamo il fatto di essere esseri umani”.
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