L’arte grafica di Kengiro Azuma. In Puglia
Palazzo Pino, Monteroni di Lecce – fino al 10 ottobre 2017. In Puglia la retrospettiva sulla creazione grafica di Kengiro Azuma: trenta opere fra disegni, acqueforti e litografie del grande artista giapponese che ha indagato il concetto filosofico del MU: il vuoto, il nulla, secondo il buddismo zen, coniugandolo con l’avanguardia spazialista.
Il MU è il concetto filosofico del nulla, del vuoto inteso, secondo la dottrina buddista zen, come pienezza che, comprendendo l’essere e il non essere, permea il tutto. La concezione orientale del nulla interpreta quest’ultimo non in senso ontologico, metafisico o psicologico, come accade nel pensiero occidentale, ma come condizione che, in base all’armonia e alla compenetrazione degli opposti, libera l’uomo dai condizionamenti fenomenici, rinnovandone lo stato esistenziale e spingendolo verso nuovi orizzonti.
La creazione artistica di Kengiro Azuma (Yamagata, 1926 – Milano, 2016) nasce da queste premesse filosofiche, innestate alla lezione spazialista di Fontana soprattutto e all’opera di Marino Marini, maestro e amico di tutta una vita dello scultore e pittore giapponese.
La dimora storica di Palazzo Pino a Monteroni di Lecce ospita una retrospettiva dedicata all’arte grafica di Kengiro Azuma, a cura del critico Lorenzo Madaro e in collaborazione con l’associazione Noon e con l’agenzia di comunicazione Protem. In esposizione, nell’ambito del nuovo contenitore culturale Palazzo Pino – Casa delle Culture, trenta opere provenienti dalla collezione del Mig, il Museo Internazionale della Grafica di Castronuovo di Sant’Andrea in provincia di Potenza, diretto dallo storico dell’arte Giuseppe Appella.
IL LEGAME CON LA MATERIA
La retrospettiva a Palazzo Pino traccia un percorso antologico sull’opera grafica di Azuma, ed è caratterizzata da tre sezioni ideali: una dedicata alle acqueforti e alle litografie, la seconda a disegni di progetti artistici e monumenti e la terza a opere realizzate con tecniche miste, tempere e acquerelli.
“Sono nato con il sangue dell’artigiano”, affermava Azuma, figlio di fonditori. Da qui il forte legame con la materia, soprattutto con il bronzo. Un legame permeato dal concetto zen dell’armonia degli opposti, in particolare dalla dicotomia vuoto/pieno e dall’eredità spazialista interpretata in base ad altre premesse filosofiche. L’indagine sul MU costituirà l’architrave tematico di tutta la produzione artistica dell’artista giapponese anche nella creazione grafica. In particolare il segno avrà, in questo ambito, una funzione essenziale di costruzione di senso, di apertura di nuovi orizzonti formali e prospettici creati anche attraverso il peculiare uso del colore. Come spiega Lorenzo Madaro: “Il segno è un’idealizzazione della materia, di cui rappresenta l’aspetto più etereo. C’è, in sintesi, tutto l’immaginario di Kengiro Azuma, in questi fogli”.
– Cecilia Pavone
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