Componenti globali. Mandla Reuter a Milano
Galleria Francesca Minini, Milano – fino al 29 luglio 2017. La galleria è disseminata. A pavimento, tutti gli elementi raccolti sembrano provenire da un lungo viaggio ma, allo stesso tempo, sono posizionati per intraprenderne uno ulteriore. L’artista sudafricano, alla terza personale nella sede milanese, allestisce un enigmatico sito decolonizzatore, tra sculture in bronzo, attrezzi, prodotti d’uso comune e materie prime.
La densità e la molteplicità degli aggregati disposti nelle due sale di via Massimiano dissimula, solo in parte, l’ampio utilizzo del vuoto sintattico dal quale gli interventi di Mandla Reuter (Nqutu, 1975; vive a Berlino) hanno sempre attinto come una risorsa di significato, rendendolo un collante linguistico. La mostra è stata resa tale dalla pianificazione di una sorta di caos solidificato, tra prodotti organici e materiali sintetici, richiamo continuo fra gli elementi raccolti e componenti trovate, tra industria e natura, tra processo di trasformazione umana e paesaggio antropizzato, tra Panama, Nicaragua, Perù, Costa d’Avorio, Losa Angeles e Berlino. Dal cocco al cioccolato, dal bronzo al PVC, le forme di natura coinvolte (molto spesso legate all’acqua) vengono sintetizzate dall’artificio umano e fuoriescono dall’ambiente della galleria concentrandosi sulla storia dei trasporti, attraverso la costituzione di un lungo elenco di componenti così disparate da riuscire, in qualche parte del globo, a ricongiungersi al proprio opposto.
– Ginevra Bria
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati