Spinola Banna e Gam di Torino insieme nel nome del riso. Mostra finale della residenza per artisti
Atlante Energetico, il primo percorso di un progetto triennale che vede unite la Fondazione Spinola Banna per l’Arte e la GAM di Torino, si è concluso con una mostra a cura dell’artista Elena Mazzi.
Dopo un lungo percorso durato otto mesi, fatto di workshop, incontri, performance, è giunta al suo termine – con un evento espositivo finale – la prima tappa della residenza congiunta GAM di Torino e Fondazione Spinola Banna. Stiamo parlando di Atlante Energetico, il progetto elaborato dall’artista invitata per questa prima edizione, Elena Mazzi, e la mostra in questione è stata appena inaugurata negli spazi della Fondazione che ha sede a Poirino, immersa nei campi agricoli vicino a Torino. “Quando sono stata invitata a creare un progetto che avesse come riferimento la tematica dell’energia”, ci ha spiegato Mazzi , “ho deciso di farlo nel modo più ampio possibile”. Così è partita da un territorio fondamentale per la regione Piemonte – le risaie – e ci ha imbastito intorno un dialogo aperto con i partecipanti al workshop, gli ospiti invitati, le istituzioni coinvolte e il pubblico museale. Paola Pasquaretta, Nadia Pugliese, Fabio Roncato, Silvia Rossi e Chiara Sgaramella – i cinque artisti in residenza – in modo diverso uno dall’altro hanno guardato al paesaggio e alla natura, assorbendo nel proprio lavoro elementi d’interdisciplinarietà.
I PROGETTI NELLE RISAIE
Fabio Roncato ha realizzato delle sculture i cui volumi sono modellati nella cera d’api dal movimento dei canali irrigui del vercellese, metafora della nostra volontà di modificazione e controllo; il lavoro in mostra di Chiara Sgaramella si compone, invece, di un dispositivo mobile che riunisce disegni, registrazioni, libri e mappe relativi ai territori di Vercelli e Valencia, consultabili dal pubblico come un piccolo archivio itinerante per dimostrarne le analogie; Silvia Rossi ha restituito attraverso il linguaggio universale del disegno le proprietà di diverse tipologie di riso e cereali; infine, Paola Pasquaretta ha costruito un libro d’artista, mentre Nadia Pugliese ha realizzato un’opera dalla molteplice dimensione temporale, dove ai disegni ottocenteschi di manuali statunitensi per la risicoltura, si sovrappongono immagini del presente e del recente passato del vercellese: ne è emblema il volto di Silvana Mangano nel film del 1949 Riso amaro.
– Claudia Giraud
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati