Sguardi sull’America. In una mostra a Cagliari
EXMA, Cagliari – fino al 9 luglio 2017. Cos’è l’America? È la terra del sogno, del cinema, di Woodstock. È il Paese dove tutto è possibile, ma non solo. La mostra cagliaritana ne racconta i mille volti.
AMERICAS, rigorosamente plurale, è la seconda tappa di Sguardi sul mondo attuale, progetto più ampio curato da Simona Campus, il cui titolo si ispira al noto saggio che Paul Valéry scrisse tra le due guerre.
Fulcro della mostra è una ragionata selezione di lavori tratti dalla collezione privata di Antonio Manca, che comprende opere di celebri artisti del calibro di Cindy Sherman, Carlos Garaicoa, Andres Serrano. La rassegna è articolata idealmente in più sezioni, come un viaggio attraverso il continente americano, dal Canada al Messico. E proprio il viaggio, secondo le parole del collezionista, “è una delle forme più immediate per la comprensione del contemporaneo”. In questo modo le opere d’arte, non più oggetto di culto, si trasformano in strumento di conoscenza e di dialogo con culture “altre”.
DA HIPPIE A YUPPIE
AMERICAS si apre con le fotografie del reporter californiano Bill Owens. Corre l’anno 1969: le università sono scosse da violente proteste, il 20 luglio l’uomo arriva per la prima volta sulla luna e, appena un mese dopo, a Woodstock si consuma l’evento più eccezionale della storia della musica rock. Tutto sembra possibile, ma, poco dopo, il festival musicale di Altamont, con una progressione di morti e violenza, segna la fine delle illusioni. Si chiude, così, un momento di grande partecipazione, di speranza in obiettivi comuni, di condivisione di valori.
Tra gli Anni Settanta e gli Anni Ottanta l’America vive il passaggio dalla cultura hippie agli yuppie – young urban professional, giovani professionisti che rincorrono il mito della carriera e del successo. Ci si avvia verso una sempre crescente globalizzazione e un’esasperazione dello star system, così esaustivamente raccontata da David LaChapelle, in mostra con Free Consultation (Surgery Story) del 1997 e con un libro d’artista del 2006.
UN’INVERSIONE DI ROTTA
Al di là della dimensione ostentatamente pubblica e sociale, la selezione di opere ci conduce rapidamente verso un universo dolorosamente privato, tra i celebri scatti di Nan Goldin e le opere di Catherine Opie e Susan Paulsen, che si fanno interpreti di una quieta familiarità, spesso veicolo di profonde inquietudini.
Nell’età dei muri che si alzano, invece che essere abbattuti, appare tristemente moderna l’affermazione di Valéry quando sostiene: “La Storia significa qualsiasi cosa. Non insegna assolutamente nulla, poiché contiene tutto, e di tutto fornisce esempi”. In questo contesto, AMERICAS intende veicolare un messaggio forte, di inversione di rotta: condivisione e coesione sociale, non solo attraverso le opere esposte, ma anche grazie alla temporary library che permette consultare libri d’arte, anch’essi parte della collezione Manca. Così, pur non avendo pretese di esaustività, AMERICAS riesce a restituire un assaggio del complesso e talvolta contraddittorio panorama dell’America contemporanea.
– Elisabetta Masala
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