Una mostra lampo. All’Istituto Svizzero di Roma
È durata pochi giorni, ma la mostra andata in scena all’Istituto Svizzero di Roma merita attenzione. A riprova del ricco palinsesto culturale messo a punto dalla sede capitolina.
La vita delle mostre temporanee d’arte contemporanea è breve. Brevissima quella di una recente collettiva curata da Giuliana Benassi all’Istituto Svizzero di Roma (negli spazi del giardino e della Dipendenza) e legata al testamento filosofico di Hannah Arendt, The Life of the Mind.
Accanto ai progetti di Pauline Beaudemont, Alessandro Cicoria, Michela de Mattei, Genuardi/Ruta, Edgars Gluhovs, Nelly Haliti, Marta Mancini, Simone Pappalardo e Marion Tampon-Lajarriette risulta incantevole il lavoro di Antonio Fiorentino, che propone una serie di ampolle nel giardino di Villa Maraini il cui volto diventa Opusimago (Il giardino delle meraviglie) per puntare l’indice sul divenire della materia. Nella zona più sotterranea della struttura (Sala Elvetica), la triarticolazione proposta da Federica Di Carlo è riflessione pungente sul mondo, frizione riflessiva sulla luce, sulla nefrologia che si fa spazio aperto a ogni fantasia, a una mente estesa che non smette di sperare.
– Antonello Tolve
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