La folla di Jørgen Haugen Sørensen. A Pietrasanta
Sedi varie, Pietrasanta – fino al 6 agosto 2017. Tre sedi espositive, tra cui la Galleria Paola Raffo Arte Contemporanea, accolgono la grande retrospettiva che la cittadina toscana dedica a uno dei più rilevanti scultori danesi viventi.
Difficilmente, attraversando piazza Duomo a Pietrasanta in queste giornate estive, si può restare indifferenti davanti al colossale ritratto dell’umanità contemporanea che Jørgen Haugen Sørensen (Copenaghen, 1934) ha appositamente realizzato per la retrospettiva con cui lo sta omaggiando la “sua” città d’adozione. Oltre a dare il titolo all’intera mostra, il monumentale bronzo The Crowd – donato a Pietrasanta dalla New Carlsberg Foundation e destinato a incrementare il patrimonio scultoreo della città, già distribuito tra gli spazi pubblici del centro storico – pone l’osservatore di fronte a più sollecitazioni. Le figure umane impresse nella materia si sono radunate insieme per difendersi da un pericolo condiviso? Cercano, ricorrendo a un’unione fisica che quasi annulla le singole individualità, una forma di sostegno reciproco, prima di avanzare verso un’ipotetica destinazione?
“Quando le persone arrivano, ad esempio da un’altra terra”, ‒ precisa Sørensen ‒ “hanno paura di procedere da soli. Stanno insieme”. Verrebbe da chiedersi se, almeno all’inizio del suo lungo e proficuo sodalizio con l’Italia, – dopo una commessa per la Danish School of Media and Journalism, nel 1968 decise di stabilirsi a Pietrasanta, suggestionato dalla possibilità di perfezionarsi con i materiali disponibili in loco – anche l’artista danese abbia mai avvertito un sentimento analogo. Con un consapevole rinvio al contesto internazionale e alla cronaca quotidiana, Sørensen offre attraverso questo recente lavoro una lettura aggiornata della condizione umana, da sempre tema chiave della sua produzione. Realizzata dalla Fonderia Mariani, The Crowd è accompagnata da un’altra opera nella medesima piazza: si tratta di The Shadow, sempre in bronzo, resa possibile anche grazie al supporto della Danish Arts Foundation.
IL CORPO, UMANO E ANIMALE, FRA TORMENTO E DOLORE
Curata da Bruno Corá, direttore della Fondazione Burri, e da Lars Kærulf Møller, direttore del Bornholm Museum of Art, con Nina Wöhlk e Eli Benveniste, la retrospettiva La folla scruta, nelle varie sedi del percorso espositivo, all’interno delle differenti stagioni della carriera dell’artista. Alle sculture policrome con soggetti anche animali, risalenti agli anni Novanta, esposte nella Galleria Paola Raffo Arte Contemporanea, si contrappone la monocromia della toccante collezione A Dark Story in White. Presentata nella Sala Capitolo nel complesso della chiesa di Sant’Agostino – quest’ultimo, con le sue articolazioni spaziali interne ed esterne, costituisce il cuore della monografica –, la serie lascia emergere tutta “l’urgenza” e la viscerale passione dall’autore verso l’atto stesso della modellazione. Mediante progressive variazioni di densità, le figure umane scolpite dapprima formano raggruppamenti solidi e inestricabili, sempre percorsi dal dolore e dall’angoscia: due componenti ineluttabili dell’esistenza stessa. Nei lavori eseguiti su basi in gres di forma circolare, disposte a parete, Sørensen propone dell’uomo un’interpretazione più evanescente: dell’iniziale moltitudine dei corpi umani restano infatti sempre meno tracce, solo leggere orme in un itinerario prossimo all’oblio.
SCULTURA ED ESPRESSIONE
Anche grazie a un allestimento equilibrato, enfatizzato da precise scelte illuminotecniche, nella ex chiesa di Sant’Agostino l’atmosfera si fa cupa e riflessiva. In Witnesses and the others, volti in argilla deformati, deturpati, imbruttiti, si presentano disposti in una lunga successione: con le loro espressioni, afflitte e dolorose, sembrano raccogliere, e dichiarare a noi, tutta la brutalità della condizione umana. Ad accompagnarli, cinque sculture disposte su esili strutture in ferro: ricorrendo a pose anche di difficile interpretazione, questi corpi ‒ talvolta distesi, talvolta raccolti ‒ si accordano al resto della collezione ponendosi sullo stesso piano narrativo. Inevitabilmente, la serie attiva un dialogo con gli affreschi a tema sacro delle pareti della chiesa: santi, visioni della Madonna e altri soggetti ancora appaiono come testimoni lontani, collocati in una condizione distinta, inarrivabile. Arricchiscono il percorso la sculture monumentali disposte nei giardini di Sant’Agostino, nelle quali l’evocazione di volumi architettonici, compatti e quasi concepiti per essere “abitabili”, si lega ad “allusioni espressive”. Nel chiostro, inoltre, sono presenti anche alcuni disegni. Con un balzo indietro nel tempo fino agli Anni Settanta, infine, l’installazione Portrait of an old agreement, con frammenti di sculture in bronzo e in altri materiali ricomposti sul pavimento della Sala Putti, riconduce la narrazione agli esordi dell’esperienza dell’artista con Pietrasanta.
“Sappiamo che Jørgen Haugen Sørensen è uno scultore di considerevole spessore” – ha scritto il poeta Peter Poulsen ‒ “nell’argilla come nel disegno è un filosofo senza pietà, nessun aspetto di stupidità o brutalità sfugge alla sua acuta attenzione. Jørgen Haugen Sørensen si prende cura di noi a modo suo”.
‒ Valentina Silvestrini
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