Un trionfo di miracoli quotidiani. Maurizio Finotto a Bologna
MAMbo, Bologna – fino al 17 settembre 2017. Incidenti, malattie del corpo e dell’anima, inconvenienti imbarazzanti: ma tutto finisce bene grazie ai prodigiosi interventi ultraterreni che salvano Maurizio Finotto. Ben duecento ex voto e un video vanno a formare una mostra “miracolosa”.
Ci si attarda a leggere le scritte in stampatello, tra buffe raffigurazioni del malcapitato e ritratti divini: l’incidente in autostrada, l’accertamento del fisco, il lavoro andato per traverso, la guarigione dalla gastroenterite e soprattutto il trasferimento da Cavarzere, luogo natio, a Bologna per approdare all’Accademia, abbandonando finalmente la poco amata professione di odontotecnico. Ogni episodio biografico di Maurizio Finotto (1968) diventa una tavoletta votiva realizzata su frammenti recuperati dal mare (“Sono belli questi pezzi di legno che sembra tutto un naufragio”, scrive Ermanno Cavazzoni), poveri ex voto che si affiancano l’uno all’altro per comporre una sorta di retablo sorprendente, dissacrante e in grado di stimolare inopportuni ma inevitabili sorrisi.
Nella parete di fronte, il video La lingua dei miracoli, nel quale l’artista presenta questi omaggi “divini”, al tempo stesso rispettosi e ironici, alla mamma e alla nonna; e le due donne, con spontanea partecipazione e commozione – a cui difficilmente, anche in questo caso, si riesce a rimanere indifferenti – ricordano e commentano gli eventi che li hanno ispirati.
– Marta Santacatterina
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