David Aaron Angeli rilegge il mito di Europa. A Trento
Cellar Contemporary, Trento – fino al 30 settembre 2017. L’artista trentino rilegge in chiave contemporanea il mito di Europa. Lavorando sulla scultura e su una temporalità ciclica che ricorda la grande operazione di Damien Hirst a Venezia.
Dopo un’anticipazione della mostra, allestita qualche mese allo Studio d’Arte Raffaelli con un numero ristretto di opere dedicate al mito, ora David Aaron Angeli (Santiago del Cile, 1982) presenta un intero ciclo che interpreta il mito di Europa e la mitologia mediterranea. La storia di Europa, rapita da Zeus sotto le spoglie di un toro, è nota, mentre meno lampante è la ragione per la quale un artista contemporaneo la riprenda, e proprio in questa particolare forma. Le figure simboliche, perlopiù femminili e appartenenti al mondo animale – tartarughe, cervi, tori e soprattutto centauri – sono realizzate con la cera, con acqua di mare e sale marino; sono tutte di piccole dimensioni e condividono come riferimento temporale la ciclicità. Non sono assenti opere su carta, che riflettono le sculture come cammei simbolici. Lo sfondo storico di questa temporalità ciclica è simboleggiata dall’Uroboro, il serpente che in tutte le iconografie antiche si mangia la coda, in un’assenza di finalità. Nel movimento della civiltà mediterranea, e in questo caso simbolicamente di Europa, queste piccole opere hanno un aspetto antico ma anche modernissimo, soprattutto perché riflettono l’inquietudine che l’uomo odierno vive in questo mare d’Europa. Erranza e navigazione sono il retroterra e la metafora di questi reperti contemporanei ritrovati dall’artista.
– Claudio Cucco
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