Parte la Triennale di Yokohama: gli orsi di Paola Pivi, i gommoni di Ai Weiwei e altre storie
Inaugura in Giappone una delle kermesse internazionali più importanti dell’Estremo Oriente, la Triennale di Yokohama. Si parla di reti e mondi lontani, con artisti big. Ecco le immagini.
Ha inaugurato il 4 agosto, fino al 5 novembre, l’edizione 2017 della Triennale di Yokohama, di cui Artribune aveva già anticipato le prime novità. Il progetto a cura di Miki Akiko si intitola Islands, Constellations & Galapagos, affrontando tematiche e concetti di stretta attualità, quali l’incontro e l’isolamento, la mancanza d’immaginazione e il rifiuto della diversità, riferendosi a mondi lontani e spesso immaginifici, guardando ai concetti di identità, isolamento e nuove connessioni virtuali. La Triennale si sviluppa su quattro spazi espositivi: lo Yokohama Museum of Art, la Yokohama Red Brick Warehouse, Il sotterraneo della Yokohama Port Opening Memorial Hall, e la Free Shuttle Bus and Minato Mirai Station. Tra gli artisti in mostra giocano in casa Aoyama Satoru, Kazama Sachiko, Seo Natsumi e Kinoshita Susumo, Mr. della scuderia Perrotin e Kaikai Kiki, presieduta da Takashi Murakami. Dalla Cina arriva Ai Weiwei, con una installazione monumentale, Safe Passages, che riprende il progetto di Palazzo Strozzi, ricoprendo la facciata del museo di arte contemporanea di Yokohama di coloratissimi gommoni. Ma ci sono anche Zhao Zhao e Dong Yuan, mentre il cuore italiano batte con gli ormai immancabili orsi di Paola Pivi e Maurizio Cattelan alla sua seconda volta nella manifestazione giapponese (la prima nel 2001). Non mancano il duo inglese Broomberg&Chanarin, il tedesco Christian Jankowski, che ha da poco vestito i panni di curatore nella edizione 2016 di Manifesta a Zurigo, l’islandese Olafur Eliasson, gli americani Jenny Holzer e Rob Pruitt. Ecco le immagini.
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