La collezione Dalle Nogare inaugura a Bolzano una mostra sul gioco. La cura Vincenzo De Bellis
La Collezione ADN di Bolzano ospita dal 16 settembre la mostra Children’s games, a cura di Vincenzo De Bellis, che indaga il rapporto tra il gioco e l’arte contemporanea.
Nel 1938 lo storico e antropologo olandese Johan Huizinga (Groninga, 1872 – De Steeg 1945) pubblica Homo Ludens un testo in cui definisce il gioco come il punto di partenza di tutte le attività umane da cui si sviluppa la cultura nelle sue diverse forme. Per la prima volta Huizinga sostiene che il gioco sia fondamentale non solo per lo sviluppo delle capacità cognitive di un bambino ma per l’intera società. Dal rapporto tra il gioco e l’arte contemporanea parte la mostra Children’s games, a cura di Vincenzo de Bellis (Polignano a Mare, 1977), ex direttore della fiera miart e curatore del Walker Art Center di Minneapolis, che inaugura il 16 settembre presso gli spazi della Collezione ADN a Bolzano.
LA MOSTRA
Il percorso espositivo è costruito intorno ai lavori di Richard Aldrich, Lutz Bacher, Nairy Baghramian, Michael Krebber, Andreas Slominkski, Haim Steinbach ed Haegue Yang, artisti differenti per generazione e metodi, ma che condividono pratiche incentrate sull’utilizzo di tecniche, oggetti e contenuti legati al mondo dell’infanzia o, più in generale al concetto di “giocare con l’arte”. “L’idea che lo sguardo dei bambini”, racconta ad Artribune il curatore Vincenzo De Bellis, “non filtrato e per questo molto più diretto di quello degli adulti, è stato soggetto di tantissima speculazione filosofica”.
IL GIOCO COME PRATICA
Il gioco è una pratica tutt’altro che superflua nella società contemporanea. “Noi chiamiamo giochi”, continua De Bellis “quelle attività che noi da adulti riteniamo non avere altro fine che il divertimento, il ludo. In realtà per i bambini quelle attività non sono divertimento ma sono una forma di interesse e di ossessione che si avvicina molto a quella che noi chiamiamo lavoro. C’è un’etica, una regola, un regime nel giocare dei bambini che noi troppo spesso sviliamo come non importante e che invece assume una centralità nel lavoro di molti artisti contemporanei”.
IL PUNTO DI PARTENZA
Il titolo trae ispirazione dal dipinto su tavola Giochi di Bambini (Children’s games) realizzato dall’artista rinascimentale Pieter Bruegel il Vecchio nel 1560 di proprietà del Kunsthistorisches Museum di Vienna. “Il dipinto è un pretesto”, puntualizza De Bellis, “è uno spunto, un titolo. Gli artisti sono stati scelti in base alla loro attitudine e alla loro vicinanza a temi e idee che sono alla base del gioco anche laddove questo è solo un aspetto esteriore e superficiale”. Aspetto esteriore, certo, ma non irrilevante. “Come per i giochi dei bambini”, conclude De Bellis “quello che pare superficiale è in realtà topico e fondamentale, cosi anche per gli artisti le loro opere sembrano sostenere l’importanza della leggerezza, della libertà espressiva e in alcuni casi l’importanza di quello che noi riteniamo scontato o superfluo”.
LA COLLEZIONE ADN
La Collezione ADN, dalle iniziali del collezionista Antonio Dalle Nogare, nasce a Bolzano negli anni Ottanta ed è orientata inizialmente sull’arte moderna. Solo in un momento successivo Dalle Nogare inizia a collezionare anche il contemporaneo, prediligendo opere legate alle correnti concettuali, post-concettuali e minimal. La necessità di organizzare e conservare la propria collezione hanno spinto Antonio Dalle Nogare a creare uno spazio espositivo in cui far coesistere la dimensione domestica con ambienti pensati per ospitare la collezione, includendo anche alcune installazioni site- specific. Oggi la collezione ADN ospita anche mostre di arte contemporanea e residenze d’artista.
– Mariacristina Ferraioli
Children’s Games
18 settembre 2017 – 29 aprile 2018
ADN COLLECTION
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati