100 anni di Rivoluzione Russa. A San Pietroburgo e Gorizia due mostre celebrano la storia russa
L’Europa celebra il centenario dallo scoppio della Rivoluzione d’Ottobre con una serie di mostre che vedono l’Italia come attiva protagonista. Dalla partecipazione di 12 artisti italiani a una grande mostra che inaugurerà a San Pietroburgo fino all’esposizione di Palazzo Altems a Gorizia, ecco come il mondo dell’arte ricorda e rivive il mito della rivoluzione.
Rivoluzione: ribellione, rivolta, lotta, distruzione; ma anche utopia, rinnovamento, cambiamento, progresso e persino metafora. Sono tanti gli immaginari che ruotano attorno al concetto di rivoluzione, inteso nelle sue accezioni sociali, politiche e culturali. Su queste sfumature di significato e di interpretazione si regge Diritto al Futuro, la mostra che il prossimo 25 ottobre inaugurerà al MISP – Museo dell’Arte del XX e XXI secolo di San Pietroburgo. L’esposizione aprirà le sue porte al pubblico in una data emblematica, ovvero il centesimo anniversario dallo scoppio della Rivoluzione d’Ottobre (25-26 ottobre 1917), l’atto conclusivo di quei moti di insurrezione che sancirono la fine dell’Impero Russo e la nascita della Repubblica Sovietica.
GLI ARTISTI ITALIANI IN MOSTRA A SAN PIETROBURGO
La partecipazione italiana alla mostra Diritto al Futuro è promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ed organizzata dall’Istituto Garuzzo per le Arti Visive – IGAV, con la collaborazione del Consolato Generale d’Italia e dell’Istituto Italiano di Cultura a San Pietroburgo. Claire Gavronsky, Filippo Leonardi, Paolo Leonardo, Francesco Lopomo, Tito Marci, Nino Migliori, Renzogallo, Sonia Ros, Rose Shakinovsky, Cosimo Veneziano, Ciro Vitale & Pier Paolo Patti sono gli artisti italiani che partecipano alla mostra e che, con la curatela di Afrodite Oikonomidou, esplorano il concetto di “rivoluzione” nella sua accezione socioculturale, non limitandosi dunque al solo significato di rivolta o di conflitto militare. Gli artisti in mostra, attraverso il proprio sguardo e le proprie esperienze di vita e utilizzando i mezzi e i linguaggi espressivi che meglio li rappresentano, restituiscono la loro immagine della rivoluzione, approfondendo i vari aspetti e le implicazioni impreviste che possono sorgere da questo specifico concetto. Tra le opere degli italiani in mostra, gli interventi fotografici e video di Ciro Vitale & Pier Paolo Patti indagano le antinomie e le complesse problematiche storiche e sociali che animano le terre dell’Europa dell’Est, in un reportage di oltre 8000 scatti che ha impegnato i due artisti in 40 giorni di viaggio attraverso 13 paesi; le opere pittoriche di Paolo Leonardo indagano i moti del Sessantotto in Francia, decisamente più libertari rispetto a quelli italiani. L’aspetto più significativo, secondo l’artista, fu la nascente alleanza studenti-operai, segnando così una nuova idea di rivoluzione nell’immaginario delle nuove generazioni.
LE TANTE SFACCETTATURE DELLA RIVOLUZIONE
“La scelta degli artisti e delle opere da presentare alla mostra Diritto al futuro di San Pietroburgo”, spiega ad Artribune la curatrice Afrodite Oikonomidou, “è stata determinata da un’idea di ‘fil rouge al contrario’, o meglio, dall’assenza di un percorso vero e proprio. Avendo deciso, sin dall’inizio, con la direzione del Museo MISP, che il tema della mostra non doveva limitarsi alla sola Rivoluzione russa del 1917 ma, prendendo spunto dal centenario di quella ribellione, doveva allargarsi al concetto di ‘rivoluzione’ in generale, ci interessava indagare sul modo in cui l’idea di rivoluzione viene percepito dagli artisti. Quindi, per l’individuazione della delegazione italiana”, conclude la curatrice, “invece di cercare un comune denominatore nelle visioni e nelle poetiche degli artisti, ho preferito puntare sulla diversità, sui molteplici e sorprendenti punti di vista attraverso i quali l’animo creativo può approcciarsi ad una parola così carica di significati, così discussa e controversa”.
LE MOSTRE ITALIANE DEDICATE ALLA RIVOLUZIONE RUSSA
Anche l’Italia celebra il centenario della Rivoluzione Russa, con mostre dedicate agli artisti che durante quegli anni furono attivamente impegnati non solo nella politica ma anche nella rivoluzione dei linguaggi delle arti figurative. Dopo la mostra Amore e rivoluzione. Coppie dell’avanguardia russa appena conclusasi al Museo Man di Nuoro, il prossimo 6 dicembre a Palazzo Altems a Gorizia sarà la volta di La Rivoluzione Russa. Da Djagilev all’astrattismo (1898-1922). La mostra, a cura di Silvia Burini, Giuseppe Barbieri e Faina Balachovskaja, ripercorre l’esplosione culturale che si è sviluppata in Russia negli anni della rivoluzione sociopolitica, determinando il mutamento dei canoni espressivi della pittura (Kandinskij, Malevič, Končalovskij, Larionov, Tatlin), del teatro (Cečhov, Stanislavskij), della musica (Musorskij, Skrjabin, Stravinskij), del balletto (Djagilev) e della fotografia (Rodčenko). I margini cronologici del percorso espositivo vanno dal 1898, l’anno di fondazione del gruppo Mir iskusstva (Il mondo dell’arte) e della rivista fondata e diretta da Djagilev, sino al 1922, la data di costituzione dell’Unione Sovietica.
– Desirée Maida
San Pietroburgo // dal 25 ottobre al 3 dicembre 2017
Diritto al Futuro
MISP – Museo dell’Arte del XX e XXI secolo
http://www.mispxx-xxi.ru
Gorizia // dal 6 dicembre 2017 al 25 marzo 2018
La Rivoluzione Russa. Da Djagilev all’astrattismo (1898-1922)
Palazzo Altems
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