È Imprevedibile la mostra che apre il Centro Arti e Scienze di Marino Golinelli a Bologna
Ne abbiamo parlato con Cristiana Perrella che cura insieme a Giovanni Carrada il progetto. Percorsi sul futuro con grandi artisti e giovani italiani. Mentre apre le porte il nuovo centro progettato da Mario Cucinella.
Apre il 13 ottobre la mostra inaugurale del nuovissimo Centro Arti e Scienze dell’inarrestabile collezionista, imprenditore e filantropo Marino Golinelli, progettato da Mario Cucinella, che inaugurerà l’11 ottobre. L’esposizione, curata da Cristiana Perrella e Giovanni Carrada, porta il titolo Imprevedibile, essere pronti per il futuro senza sapere come sarà, ed è il punto di arrivo di una ricerca estremamente complessa, che nasce dalla passione e dagli interessi del mecenate bolognese. La mostra nasce infatti all’interno di un progetto estremamente più ampio “Imprevedibile”, spiega Cristiana Perrella, “fa parte di un percorso che è ormai parte integrante dell’identità della Fondazione Golinelli e che si basa sulla convinzione che il dialogo tra il linguaggio dell’arte e quello della scienza possa contribuire ad una maggiore e più complessa comprensione dei grandi temi del nostro tempo. Dal 2010 Giovanni Carrada ed io abbiamo curato per la Fondazione sette mostre, finora ospitate negli spazi di altre istituzioni, dalla Triennale al MAMbo, secondo un format che accosta opere di artisti contemporanei a exibit scientifici in un percorso narrativo”.
GLI ITALIANI IMPREVEDIBILI
Imprevedibile coinvolge circa una ventina di artisti internazionali, big come Ai Weiwei, Martin Creed, Christian Jankowski e Yinka Shonibare, per citarne alcuni, tutti interessati alla relazione tra arte, scienza e tecnologia. Non mancano i Superflex, protagonisti anche a Londra, dove sono impegnati nella Hyundai Commission della Turbine Hall della Tate Modern. E ci sono anche molti artisti italiani ad interagire con questo percorso sul futuro articolato in sei sezioni. Tra questi, Elena Mazzi e Sara Tirelli, Flavio Favelli, Martino Gamper, tra gli altri. “Il progetto di Imprevedibile, però, non si focalizza tanto sulle visioni del tempo che verrà”, continua Perrella, “ma su cosa possiamo fare per non temerlo, per non essere spaventati dall’impossibilità di controllarlo. Si toccano temi cruciali, come la raccolta dei dati, la loro analisi e la possibilità di influenza e controllo conferita a chi li amministra, governi o aziende. Oppure i cambiamenti climatici o la relazione tra tradizione e innovazione. Come tutte le nostre mostre, non vuole dare risposte ma suscitare domande, sollecitare a guardare le cose da punti di vista diversi da quelli a cui siamo abituati. Cosa che l’arte sa fare benissimo, e la scienza altrettanto”.
FUTURO O FUTURISMO?
Tra gli altri artisti coinvolti c’è anche Atelier Van Lieshout. Lo scorso febbraio avevamo incontrato Joep nel suo studio a Rotterdam che ci aveva raccontato un nuovo progetto, al tempo ancora in divenire, ispirato al futurismo italiano. “Il Futurismo mi interessa”, ci aveva detto, “perché come movimento artistico si è concentrato sulle grandi trasformazioni tecnologiche e sociali dell’epoca”. Il suo progetto per Imprevedibile non è una prosecuzione di questo progetto, quanto una costruzione di ipotesi surreali e stranianti per il futuro che ci aspetta. Ad esempio, immagina un ritorno a una società tribale con tribù autosufficienti, tra utopia, primitivismo e produzione autarchica. Cow of the Future (mucca del futuro) e Food Reaktor (reattore di cibo) sono delle soluzioni che AVL propone per alimentare la crescente popolazione mondiale. Ma l’avanguardia del Futurismo può essere sicuramente un modo per guardare al presente, anche se scevro dalla sua componente politica e dalle esigenze del tempo: “Il Futurismo”, ricorda Perrella, “è stato tra i movimenti artistici italiani di maggiore risonanza e influenza internazionale, catalizzatore di un ampio desiderio di rinnovamento che arrivò fino in Est Europa, Russia e Sud-America, di un’insofferenza per una cultura che non si sentiva al passo dei cambiamenti vorticosi che riguardavano la società e la tecnologia del tempo. Un’insofferenza che oggi può tornare d’attualità”.
L’ESIGENZA DI UNA NUOVA SEDE
“Abbiamo avuto un pubblico sempre più numeroso e coinvolto, composto da appassionati d’arte ma anche, e soprattutto, da persone che il contemporaneo lo frequentano poco e che sono magari più interessate alla scienza, ma che poi si appassionano alle opere di Susan Hiller, di Cao Fei, di Adrian Paci o di Hans-Peter Feldmann”, conclude la curatrice. “Riflettendo con Marino Golinelli su come è cresciuto il progetto in questi anni e sui risultati che ha dato, è sembrato naturale che l’“arte + scienza” chiudesse la sua fase “nomade” e trovasse una sede stabile”.
–Santa Nastro
Bologna// dal 13 ottobre 2017 al 4 febbraio 2018
IMPREVEDIBILE, essere pronti per il futuro senza sapere come sarà
A cura di Giovanni Carrada e Cristiana Perrella
Prodotto da Fondazione Golinelli
Centro Arti e Scienze Golinelli
Opificio Golinelli, via Paolo Nanni Costa, 14
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