Segreti e privazioni. Giovanni Morbin a Milano
Prometeogallery, Milano ‒ fino al 4 novembre 2017. La galleria di Ida Pisani ospita la personale di Giovanni Morbin, costituita da un percorso espositivo articolato in tre blocchi tematici. Composti dall’autore negli ultimi dieci anni.
Ciò che colpisce e affascina della ricerca di Giovanni Morbin (Valdagno, 1956) è la caparbietà. Le idee di costruzione, di attesa, di sintesi e di insistenza sono alla base di Privazione: da una parte, oggetti linguistici detentori di un forte potere semantico, libero e inconsueto; dall’altra, protocolli d’esecuzione e utensili performativi che ironizzano sulla loro stessa funzione catartica. La mostra attacca con Atrophy (2017), trofeo anarchico che rifiuta la sua stessa commercializzazione fagocitando l’ipotesi di possesso assoluto e singolare dell’opera; continua con Personale, strettamente personale (2014), serie inedita di lettere sigillate e non apribili contenenti i più intimi segreti dell’artista, emblema dell’astinenza dai contenuti filologicamente potenti, sadismo dell’artista e feticcio edificante del mercato dell’arte e con Peroratore (2017), postazione in continua crescita composta da libri, foto, articoli tutti impiegati nello studio delle strategie di convincimento, seduzione e preghiera da Cicerone a Trump; si conclude con Tergicristallino (2016), installazione meccanica dedita al vuoto dello spazio meditativo. Insomma, Morbin non si è risparmiato e gioca con lo spettatore mettendo in tavola tutte le sue carte; un rischio squisitamente vincente a ogni sua puntata.
‒ Federica Maria Giallombardo
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati