L’espressionismo della femminilità. Jenni Hiltunen a Milano
Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea, Milano ‒ fino al 15 novembre 2017. Attraverso una selezione di tele dagli accesi colori, l’artista finlandese immortala una femminilità solitaria e struggente, che lotta per il proprio posto nel mondo.
C’è un’aura da cinema espressionista nella ritrattistica di Jenni Hiltunen (Hollola, 1981), narratrice poetica e pensosa del lato annoiato, ma soprattutto femminile, della café society contemporanea; non le vamp sullo stile del Blaue Engel, bensì donne che al corpo accostano il pensiero, con le loro debolezze e i loro sogni, e nei cui sguardi ‒ a volte anche drammaticamente sbarrati ‒, brucia la rabbia contro le pareti di vetro del pregiudizio, che ancora non permettono alla donna la piena realizzazione di sé.
Pose annoiate, sprezzanti, che irridono la società dell’immagine veicolata dai social network, pose liberatorie di ansie e tensioni interiori, pose sospese ‒ con echi di Matisse nei colori sgargianti e nelle tappezzerie orientaleggianti ‒, che tradiscono la sofferenza per la lotta quotidiana, ma anche, maternamente, per la mancanza di armonia che affligge questa società ancora vergognosamente maschilista.
‒ Niccolò Lucarelli
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