Massimo Bartolini e Ludovica Carbotta. Due italiani a Madrid
Due personalità italiane spiccano tra i protagonisti della nuova stagione espositiva delle gallerie a Madrid. Ludovica Carbotta e Massimo Bartolini si presentano per la prima volta nella capitale spagnola con due progetti originali, entrambi ospiti del nuovo distretto dell’arte.
Sempre più spesso, nelle grandi città, i quartieri più popolari si prestano ad accogliere un’alta concentrazione di gallerie d’arte contemporanea: una realtà stimolante per gli artisti, che si ritrovano tra loro in un ambiente favorevole alla creatività; interessante per i galleristi, che programmano insieme opening ed eventi congiunti; gradevole infine anche per il pubblico, che, percorrendo un breve tratto di strada, vive una full-immersion tra le ultime proposte delle arti visive. Succede sempre più spesso anche a Madrid, nella calle Doctor Fourquet e dintorni, popolare quartiere alle spalle del Museo Reina Sofia, dove, tra gli spazi d’arte della Casa Encendida e della Tabacalera, la concentrazione delle gallerie, grandi e piccole, note e meno note, è oggi davvero notevole.
LA BIO-BIBLIO DI MASSIMO BARTOLINI
Sono molti gli elementi autobiografici nella prima personale di Massimo Bartolini (Cecina, 1962) alla Galería Bacelos. Spicca innanzitutto lungo le pareti la fila ininterrotta di numeri in bronzo che creano l’opera Cera Persa. Le 54 candeline di medio formato, ottenute con la tecnica tradizionale della cera persa, sono un riferimento evidente agli anni dell’artista, alla nostalgia dell’infanzia e alla durezza della vecchiaia. Dalla poeticità di questa biografia astratta si passa alla geometrica astrazione di Turn, un pianerottolo con due gradini visto in proiezione dall’alto (si nota qui la formazione di geometra di Bartolini): un pezzo semplice, essenziale, ma sublimato dal meraviglioso e rarissimo marmo con venature azzurro cielo proveniente dal Brasile. Anche l’opera Left page, right page, due pagine vuote in sottile e candido alabastro di Volterra, sono in realtà fogli fragilissimi che svelano l’inevitabile fragilità della biografia umana, tutta da scrivere ma destinata all’oblio.
LUDOVICA CARBOTTA IN FALSETTO
Ludovica Carbotta (Torino, 1982) debutta nella galleria di Marta Cervera con un progetto site specific dove ha dispiegato il meglio del suo talento plastico. Gli spazi della galleria sono letteralmente invasi, attaccati dalle spore dei materiali di scarto di cui sono composti cinque prototipi di edifici, maquette di media dimensione, parte di un laboratorio di resti architettonici non ben identificati, dove qua e là si intravedono elementi classici. Il muro in plastica trasparente termosaldata, la torre di gommapiuma, il ponte di schiuma fenolica, la capanna in calco di cemento e l’arco di silicone sono ispirati a edifici immaginari esistenti in una fantascienza apocalittica (anche cinematografica).
L’installazione, nel suo complesso, si intitola Falsetto perché è una fiction, una proiezione visionaria di Ludovica Carbotta che si specchia negli scenari immaginari di una realtà futuribile ma non impossibile. Una visione tutta femminile, come l’imitazione del timbro di voce che il cantante d’opera fa nel cosiddetto falsetto.
– Federica Lonati
Madrid // fino al 28 ottobre 2017
Massimo Bartolini – Bio Biblio
Galería Bacelos
calle Doctor Fourquet 6
www.bacelos.comMadrid // fino a novembre 2017
Ludovica Carbotta – Falsetto
Galería Marta Cervera
calle Valencia 28
www.galeriamartacervera.com/
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