Un match di calcio tra artisti e critici apre una mostra a Ostend curata da Fabre e De Vos
Video e immagini di una partita di calcio inedita. A contendersi critici e curatori che impersonano i grandi dell’arte del passato. Qualche esempio? Bonito Oliva è Apollinaire, Giacinto di Pietrantonio è Marinetti, Garutti è Leonardo..
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Nel 2014 moriva Jan Hoet, una delle figure curatoriali più influenti in Europa, critico, curatore e fondatore del Museo SMAK di Ghent. Nel 2015 gli veniva dedicata la mostra The Sea – Salut d’honneur Jan Hoet. Il 21 ottobre 2017 ha inaugurato invece il follow-up del progetto che si intitola The Raft. Art is (not) Lonely. Il vascello, in questo secondo episodio, diventa metafora di un destino comune e delle emozioni che l’arte può ispirare. 22 le sedi sparse nella città di Ostend, centro portuale nelle Fiandre Occidentali, e due curatori di eccezione, per un progetto che durerà fino al 15 Aprile 2018: l’artista Jan Fabre e la curatrice Joanna De Vos. 73, invece, sono gli artisti selezionati in un percorso che partendo dal Mu.ZEE, museo specializzato in arte belga dal 1830 ad oggi, passa e si sviluppa per il tribunale, l’ippodromo, l’Europacentrum, per la cripta di San Joseph e molte altre sedi. 52 le opere, infine, realizzate appositamente, tra cui le 18 performance in programma.
LA PARTITA DI CALCIO: ARTISTI VS CURATORI
Una performance straordinaria ha inaugurato la manifestazione. Intitolata A beautiful match between artists and curators, riprende la famosa partita di calcio dei “filosofi”, firmata dai Monty Python nel 1989. Si è svolta nello stadio Versluys Arena, in forma totalmente aperta, e ha messo in campo una formazione d’eccellenza. Ognuno dei “calciatori” impersonava un artista o un critico del passato, con una mise attentamente studiata. I risultati li vedete nella gallery e nel video: Achille Bonito Oliva è Apollinaire, Giacinto Di Pietrantonio è Filippo Tommaso Marinetti, Nicola Setari è Arnolde Bode, Joanna De Vos è Rosalee Goldberg, Kris Martin interpreta Jan Hoet, Bernard Marcadé è Harald Szeemann. E gli artisti? Jan Fabre è Ensor, Orlan interpreta Rose Selavy, Alberto Garutti fa Leonardo, Bruna Esposito è Artemisia Gentileschi e così via.
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Giacinto Di Pietrantonio – Filippo Tommaso Marinetti
LA MOSTRA
La mostra ha inaugurato invece al Mu.ZEE con una attenta riflessione su La Zattera della Medusa di Théodore Géricault (1818), ma anche sulle ricerche a sfondo utopistico di Jan Fabre, realizzate nella seconda metà degli anni ’80. Gli studi preparatori dell’opera di Géricault sono in mostra in qualità di modelli concettuali e la riflessione sui temi esistenziali che riguardano il destino degli uomini (e degli artisti) collegano tutti i lavori esposti. Questo tema è stato interpretato da 73 artisti, attraverso i medium a loro più congeniali, trasformando la città di Ostend in una grande, accogliente zattera in cui non si è più soli, in cui l’arte può disturbare, turbare, incantare. Tra gli artisti, oltre ovviamente Jan Fabre e Géricault ci sono Orlan, Bill Viola, Steve McQueen, i coniugi Kabakov, Juliao Sarmento, Aernout Mik, Romeo Castellucci, i Monty Python, Daniele Puppi, Elisabetta Benassi, Marina Abramovic, Regina José Galindo, Penny Arcade, Adrian Paci, Luc Tuymans, Sigalit Landau, Mary Zigouri, Alberto Garutti e Giuseppe Stampone, il cui intervento si svolge nella Gallery Teniers, tra i molti altri. Ecco le immagini.
– Santa Nastro
Ostend// fino al 15 aprile 2018
The Raft. Art is (not) Lonely
SEDI VARIE
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