Una mostra partecipata di Elena Bellantoni apre alla Fondazione Rossini. Al centro la parola
A Briosco, in provincia di Monza, la Fondazione Rossini, collegata al Rossini Art Site, presenta una mostra personale di Elena Bellantoni. Opere site specific si intrecciano a percorsi già noti che nel progetto assumono, tuttavia, una conformazione inedita.
“Utilizzo spesso la metafora del soggetto nomade per delineare alcune forme di rappresentazione a me care, tra cui l’idea di confine e la relazione tra corpo e spazio, tra un corpo e l’altro in senso fenomenologico”. A parlare è Elena Bellantoni, protagonista fino al 29 ottobre di una mostra personale presso la Fondazione Pietro Rossini, a cura di Francesca Guerisoli. L’artista, originaria di Vibo Valentia, classe 1975, ma residente da lungo tempo a Roma, realizza un progetto espositivo incentrato sul tema della parola, grande dominatore, che con un corpo piccolissimo riesce a compiere cose bellissime e terribili, per parafrasare i classici.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Non a caso il percorso espositivo si intitola I give you my word,I give you my world (ti do la mia parola, ti do il mio mondo) e utilizza, attraverso opere site specific, il gioco – grande classico nella poetica dell’artista – per attivare una relazione tra spettatore e progetto. E come sempre è la partecipazione a completare il lavoro. Ad esempio,Impero Ottomano (2015-2017) si configura come una sorta di braccio di ferro tra Oriente e Occidente. Al visitatore è chiesto di interagire rispondendo alla domanda dell’artista: “Cosa resiste?”. Il risultato, disegnato attraverso i pensieri di chi interviene, è un grande affresco sulla società contemporanea.
ICONE E DIVINITÀ POP, FIRMATE NEL 2017
Parole Cunzate è un progetto nato nel 2015 che riprende l’antica tradizione ostunese della “cunzatura”, ovvero il rattoppo dei piatti e, in generale, degli oggetti rotti. Quando ogni oggetto aveva un valore importante nella vita quotidiana, anche le parole assumevano un significato più profondo. Quello che Bellantoni cerca quindi di rammendare sono i traumi e le fratture della vita umana. Partecipare significa rompere un piatto, meditare su “cosa si è rotto” e ricostruire, insieme a tutti gli intervenuti, in una sorta di rito collettivo, parole che stanno insieme, anche tra sconosciute. È ovvio che ogni progetto cambia e si modifica a seconda del contesto inscenato e di chi è nel gioco, quindi tutti i percorsi si possono definire site specific. Ma se quelli appena descritti hanno cominciato ad esistere nel 2015, le opere Biliardio, L’età dell’oro e Effetto Butterfly sono risultati delle ricerche condotte nel 2017, anno in cui vedono il proprio esordio. La prima veste i panni dell’icona e della divinità, anche se è solo un omino da calcetto rivestito d’oro a 18 carati; la seconda è una doppia installazione composta da giochi impossibili, difficili, pericolosi, anch’essi in oro, a simulare l’età dell’infanzia che si tramuta in quella adulta; l’ultima, ambientata nel campo da tennis situato tra la Fondazione e casa Rossini, invita gli spettatori ad una partita invisibile. L’omaggio, manco a dirlo, è a Blow Up di Michelangelo Antonioni. Ecco le immagini.
–Santa Nastro
Briosco (MB)//Fino al 29 ottobre 2017
Elena Bellantoni – I give you my word, I give you my world
Fondazione Pietro Rossini
c/o RAS Rossini Art Site
Via Col del Frejus, 3 – Briosco (MB)
www.rossiniartsite.com
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