A Venezia le gallerie fanno rete e si alleano. E inaugurano la Venice Galleries View
Una nuova iniziativa sta per debuttare sulla scena veneziana. Nove gallerie a conduzione femminile danno il via a una serie di eventi ideati per valorizzare l’arte contemporanea nella città lagunare.
In una città dagli equilibri delicati, che si sta drammaticamente svuotando dei suoi abitanti, la cultura resta uno degli strumenti chiave per contrastare la sempre più diffusa e amara percezione di Venezia come una Disneyland galleggiante. L’iniziativa elaborata da nove gallerie cittadine getta un seme di speranza, puntando l’attenzione su una rete di attori impegnati a sostenere l’arte contemporanea anche sul fronte galleristico. Durante il fine settimana conclusivo della Biennale, nove gallerie offriranno al pubblico uno speciale calendario di aperture e di eventi, nell’ambito dell’esordiente Venice Galleries View, in programma venerdì 24 e sabato 25 novembre. A plus A, Alberta Pane, Beatrice Burati Anderson, Caterina Tognon, Ikona, Marignana Arte, Massimodeluca, Michela Rizzo e Victoria Miro ‒ tutte gallerie a impronta femminile ‒ innescheranno un dialogo visivo e geografico all’insegna della creatività contemporanea. Per l’occasione è stata data alle stampe una mappa, con lo scopo di orientare il pubblico e di creare un itinerario che tocchi non soltanto le gallerie coinvolte ma anche altri luoghi di interesse culturale come musei e fondazioni. In uscita ogni quattro mesi, in concomitanza con le aperture delle nuove mostre, la mappa stavolta è introdotta dalla prefazione di Tiziano Scarpa, che esalta il ruolo delle gallerie come entità capaci “di far sgorgare il presente, d’inventarlo, e di prefigurare il futuro”.
IL PROGRAMMA
Seguendo l’itinerario, lungo un ideale percorso che dalla terraferma punta dritto alla Laguna, la galleria Massimodeluca di Mestre ospiterà, venerdì 24 novembre, la performance musicale del Tommaso Genovesi Quartet, nella cornice della mostra intitolata a Daniele Innamorato. Giunti a Venezia, la Ikona Gallery, in Campo del Ghetto Nuovo, propone la rassegna Chuck Freedman + Zohar Kawaharada. Venezia Icon, Memory of the Future, mescolando video e fotografia. Una conversazione a tre fra Silvia Giambrone, Margherita Morgantin e Anita Sieff caratterizzerà la rassegna allestita, a partire dal 25 novembre, negli spazi targati Beatrice Burati Anderson, a San Polo, mentre, a poca distanza da Palazzo Grassi, la galleria A plus A guarda ai temi del presente con l’esposizione How much is too much?. Riflettori puntati sui ritratti e le vedute acquatiche di Celia Paul nei recentissimi ambienti della galleria di Victoria Miro e, senza allontanarsi dal sestiere di San Marco, vetro e Vanitas si incontrano nelle opere di Lilla Tabasso, ospite della galleria di Caterina Tognon. Doppio appuntamento espositivo da Marignana Arte, nei pressi della Salute: i lavori di Verónica Vázquez affiancano quelli di Maurizio Donzelli e Aldo Grazzi, disposti nella Project Room. I due artisti, in mostra anche a Mantova, daranno inoltre voce al talk in programma sabato 25 novembre. Una rapida attraversata del Canale della Giudecca conduce alla galleria Michela Rizzo, dove trovano dimora le opere realizzate da Roman Opałka fra il 1958 e il 1965, approfondite da Marie Madeleine Gazeau Opalka, Massimo Melotti e Tommaso Trini durante il tour guidato di sabato 25. Ritornando verso la terraferma, l’ultima tappa coincide con la Galerie Alberta Pane e la mostra Les yeux qui louchent, curata da Daniele Capra, che riunisce i lavori di Igor Eškinja, Fritz Panzer, Manuela Sedmach, Michele Spanghero, João Vilhena. Sabato 25 novembre Marcos Lutyens metterà in scena la performance Philaphilia, giocata sull’associazione di esperienze negative a sensazioni di leggerezza.
‒ Arianna Testino
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