Fra colore e critica sociale. L’avventura dell’Espressionismo Astratto
Galleria Open Art, Prato - fino al 27 gennaio 2018. Un omaggio in trenta opere all’Espressionismo Astratto che negli Anni Cinquanta segnò una nuova tappa dell’arte contemporanea. Al pari del Salon des Refusés per gli impressionisti, la Martha Jackson Gallery rappresentò un’opportunità per quella nuova corrente artistica poco compresa dal mondo accademico.
Un anelito di libertà pulsa nelle opere dell’Espressionismo Astratto che, nell’America degli Anni Cinquanta, stretta nella morsa del maccartismo, fu (al pari dell’esperienza di Art et Liberté in Egitto) una corrente artistica alla ricerca di una rottura con l’accademia, ma anche e soprattutto con la realtà sociopolitica di un Paese controverso, affiancandosi ai poeti della Beat Generation. Alla rottura della tradizione figurativa di stampo europeo si affiancò un ripensamento radicale della pittura, metafora di una pacifica rivoluzione sociale. James Brooks, Paul Jenkins, Sam Francis, Norman Bluhm sono alcuni di quei rivoluzionari che attaccarono a colpi di colore le convenzioni borghesi: pennellate spregiudicate che liberano il segno, campiture di colore che sono arcobaleni di benzina, traduzione e anticipazione sulla tela di quello che sarebbe stato l’urlo liberatorio di Allen Ginsberg.
– Niccolò Lucarelli
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