Power List 2017 di ArtReview. Al primo posto l’artista Hito Steyerl, i critici i più “influenti”
La classifica dei personaggi più influenti nel mondo dell’arte redatta da ArtReview premia la film-maker tedesca Hito Steyerl e decreta critici, sociologi e antropologi come i più autorevoli dell’art system. In caduta libera Marina Abramović e Jeff Koons, mentre l’italiana Cecilia Alemani fa il suo ingresso nella Power 100.
Top, flop, new entries, molte conferme e non poche sorprese: sono senza dubbio queste le considerazioni più immediate che scaturiscono dando una prima occhiata alla Power 100, la classifica dei personaggi più influenti dell’art system internazionale redatta, come ogni anno, dalla rivista britannica ArtReview. Popolata da artisti, curatori, critici, galleristi, direttori di importanti istituzioni e collezionisti, la Power 100 del 2017 si contraddistingue per la forte presenza femminile nella parte alta della classifica – al primo posto si posiziona la film-maker tedesca Hito Steyerl, al terzo la filosofa femminista Donna Haraway –, e soprattutto per la presenza di teorici e attivisti impegnati nello studio delle dinamiche della società contemporanea, come Bruno Latour, Judith Butler e Chris Kraus. Ma adesso scopriamo nel dettaglio gli aspetti più salienti – e anche più curiosi – della classifica che potete visionare qui.
IL PODIO
Sembrerebbe quasi una contraddizione in termini, ma stando alla motivazione di ArtReview, il primo posto della classifica dei personaggi più potenti del mondo dell’arte non poteva non andare a un’artista che, con la sua ricerca, mette in luce proprio le contraddizioni di quel sistema di potere di cui ama sovvertire le regole. Controsenso? Forse. È così che la ribelle film-maker Hito Steyerl balza dalla settima posizione del 2016 al primo posto della Power 100 del 2017, forte delle importanti esposizioni che nell’ultimo anno l’hanno vista impegnata a Buenos Aires, Copenhagen, Düsseldorf, Gwacheon, Helsinki, New York, San Paolo, Torino e Vienna. Al secondo posto si posiziona un altro artista, il francese Pierre Huyghe, vincitore quest’anno del Premio Nasher e protagonista di due importanti mostre a Tokyo e a Venezia presso gli Espace Louis Vuitton. Come già anticipato, il terzo posto va alla statunitense Donna Haraway, entrata nella Power 100 lo scorso anno alla 43esima posizione e quest’anno arrivata addirittura sul podio. Filosofa e docente di Teoria femminista e Storia della tecnologia, Haraway da anni è impegnata nello studio della Teoria cyborg, una branca del pensiero femminista che studia il rapporto tra scienza e identità di genere, come spiegato in uno dei suoi saggi più celebri, A Cyborg Manifesto del 1984.
IL RESTO DELLA TOP TEN
Al quarto posto della classifica troviamo invece Adam Szymczyk, il curatore di documenta 14 che, nonostante le polemiche suscitate dallo sforamento di budget di ben 7 milioni di dollari per l’organizzazione della manifestazione, perde “soltanto” due posizioni rispetto allo scorso anno. Quinto posto per David Zwirner, che continua a essere il gallerista più alto in classifica, e sesta posizione per Hans Ulrich Obrist, curatore e direttore artistico della Serpentine Gallery di Londra che perde il primo posto conquistato lo scorso anno. Ancora galleristi al settimo posto con Iwan e Manuela Wirth, mentre la direttrice di Studio Museum ad Harlem Thelma Golden balza dal 29esimo all’ottavo posto. Al nono, invece, la prima new entry della classifica: si tratta di Bruno Latour, sociologo e antropologo francese impegnato nello studio delle relazioni tra la società umana e i sistemi non-umani.
L’INGRESSO IN CLASSIFICA DI CECILIA ALEMANI
Per leggere il nome di un italiano dobbiamo allontanarci dalla top ten e arrivare al 22esimo posto, dove troviamo Massimiliano Gioni che, rispetto allo scorso anno, perde 7 posizioni. Balza al 33esimo posto – rispetto al 45esimo del 2016 – Miuccia Prada, fresca della recente apertura del suo nuovo centro d’arte a Shangai. Più o meno stabile in classifica il gallerista Massimo De Carlo, che passa dalla 66esima posizione alla 64esima. Stessa sorte per Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, che sale di tre posizioni (72) anche grazie all’apertura del nuovo spazio a Madrid. Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo di Galleria Continua scendono di tre posizioni (76), mentre al 78esimo posto fa il suo ingresso ufficiale nella Power 100 Cecilia Alemani, curatrice del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia di quest’anno e direttore artistico di Art Basel Cities Buenos Aires.
COME È ANDATA AI BIG?
In caduta libera Marina Abramović, che passa dall’ottavo posto del 2015 e dal 43esimo del 2016 all’89esimo del 2017. Stessa sorte per Jeff Koons, che si piazza al 54esimo posto, mentre perde ancora un paio di posizioni ma si mantiene nella parte alta della classifica Ai Weiwei, al 13esimo. In discesa anche la “star” dei galleristi, Larry Gagosian, che abbandona la top ten e si piazza al 15esimo posto, mentre era più che prevedibile la perdita di posizioni di Beatrix Ruf (dall’11esimo al 29 posto), che ha recentemente lasciato la direzione dello Stedelijk Museum di Amsterdam dopo le accuse di conflitto di interesse.
– Desirée Maida
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