Blind vision. A Napoli una grande installazione multimediale in piazza per l’inclusione sociale
Parte da Napoli per arrivare a Dubai la tournée internazionale del progetto fotografico-performativo dell’artista partenopea Annalaura di Luggo che esplora il mondo dei non vedenti per sensibilizzare l’opinione pubblica
Gli occhi sono da sempre il centro della ricerca artistica di Annalaura di Luggo (Napoli, 1970) che ha scelto l’iride come simbolo dell’identità e dell’unicità di ogni essere umano, ritratta in modo ravvicinato grazie a una sofisticata tecnologia di macro-fotografia, brevettata da lei stessa. Una ricerca che ha subìto una svolta quando la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee (il museo partenopeo Madre) ha conferito il Matronato al suo progetto fotografico e performativo Blind Vision, presso la sede dell’Istituto Paolo Colosimo per non vedenti e ipovedenti di Napoli, quale evento ufficiale del Maggio dei Monumenti di Napoli 2017, durante il quale la città apre le porte di tutti i suoi monumenti, anche quelli che non sono usualmente visitabili.
L’EDIZIONE SPECIALE DI PIAZZA DEI MARTIRI
“Quando ritraggo l’iride sviluppo una conversazione profonda con la persona che mi sta di fronte che trasferisce in me una traccia della sua vita ed arricchisce la mia anima”, dichiara di Luggo. “Blind Vision è un’importante tappa del mio percorso perché questa volta ho scelto di calarmi nella dimensione dei non vedenti, per cercare di capire cosa si provi ad avere il buio davanti”. Ora Blind Vision arriva in un’edizione speciale – fino all’8 gennaio 2018 – in Piazza dei Martiri, l’iconica piazza di Napoli nella quale furono ritratti insieme Joseph Beuys ed Andy Warhol, scelta dall’artista per esplorare le modalità di percezione del mondo dei non vedenti e, al contempo, sensibilizzare l’opinione pubblica verso una maggiore integrazione sociale e culturale di chi spesso viene emarginato e dimenticato. “Ho voluto portare il mio progetto per strada, durante le festività natalizie, in cui generalmente si è più sensibili a temi di solidarietà, per trasferire ai visitatori la mia esperienza”, continua di Luggo. “Gli occhi incapaci di vedere la luce sapranno ‘illuminare’ le nostre menti rispetto alla dovuta considerazione che merita il mondo della diversa abilità visiva”. Una grande cupola nera invita ad entrare, il buio accoglie i visitatori per qualche istante, poi inizia il viaggio: quindici light box raffiguranti iridi di persone cieche o ipovedenti pulsano nell’oscurità e si raccontano. Sono le voci di donne, uomini e ragazzi che hanno perso la vista, testimonianze di vita vera, frammenti di storie che rivelano al visitatore le difficoltà quotidiane di una vita al buio. Rabbia, paura, malinconia, ma anche una straordinaria voglia di vivere.
IL PROGETTO IN TOUR
Si viene catapultati in un viaggio sensoriale ed emotivo, tra momenti di buio totale ed attimi di luce, silenzio e voci. Il progetto fotografico-performativo Blind Vision a cura di Raisa Clavijo, che include un’installazione multimediale, con sound design di Paky Di Maio; un’opera tridimensionale tattile (Essence) realizzata dall’artista per essere percepita dai non vedenti; la mostra fotografica A Journey of Light, che raccoglie le immagini di backstage con cui il fotografo Sergio Siano ha ricostruito il processo adottato dall’artista, è seguito dalla proiezione del teaser del documentario diretto da Nanni Zedda che svela le storie dei protagonisti coinvolti. Con l’installazione in Piazza dei Martiri inizia una tournée nazionale che toccherà tutte le principali città italiane: Roma, Milano, Firenze, Torino e Venezia sono le prossime tappe 2018 di Blind Vision, a cui seguiranno San Paolo, New York Miami, Dubai e Parigi.
– Claudia Giraud
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