Io sono qui. Intervista a Luca Maria Patella
Parola a un artista che ha saputo trasformare un approccio lontano dalle convenzioni in un tratto distintivo. Classe 1934, Luca Maria Patella è autore instancabile di una pratica che ha fatto epoca. E ora è in mostra, fino al 15 gennaio, nel capoluogo lombardo, alla Galleria Milano.
Luca, le tue ultime mostre alla Laura Bulian Gallery di Milano, alla Galleria Il Ponte di Firenze e di nuovo a Milano presso la Galleria Milano, che hanno ridato visibilità e slancio alla tua opera datata e attuale, mi hanno indotto a riflettere su altri aspetti della tua instancabile attività. In tanti anni di intensa frequentazione ho avuto modo di constatare che nel tuo lavoro ci sono molte derivazioni ed elaborazioni innovative. Alludo soprattutto alla riformulazione dei valori della classicità, alle autoanalisi e alle “osservazioni” oggettive e comportamentali del mondo reale in trasformazione, nonché alle ricerche a tutto campo e agli studi mirati, alle esperienze artistiche sperimentali e performative. Tutte componenti – assunte come ready-made per essere profondamente rigenerate – che rientrano nell’ossessiva logica della globalità concretizzata con l’integrazione disciplinare, la multimedialità e l’interazione. Proposte che connotano la tua multiforme e circolare produzione dialettica – forse difficile da restringere o “etichettare” – nutrita di saperi e di molteplici rimandi, di “giochi” di parole in funzione di significati altri. Ora, finalmente, vengono riscoperte anche le tue qualità pionieristiche, con soddisfazione di quanti hanno sempre creduto nella tua genialità e nelle tue strategiche indicazioni operative teorico-pratiche per un rinnovamento strutturale del sistema dell’arte, non soltanto in senso linguistico (“Patella ressemble, assomiglia a varî, ma… viene spesso prima e va assai più in profondità”).
Poiché hai anche le capacità intellettuali di rappresentare le ragioni critiche e psicoanalitiche, desidererei sapere come nel tempo questi moventi in evoluzione possano aver ridefinito la tua identità dal lato estetico, filosofico e umano.
Sommariamente: filosofico secondo me è un termine ambiguo (anche se sempre usato) e va corretto in psichico! Ritengo di essere un “realista”, di fare cose “utili” e tras-formative. In una delle tue interviste ho citato mie operazioni, dagli Anni ’60, ma desidero soffermarmi sui libri teorico-politici. Diderot scopre in sé il condizionamento. Chi era escluso dall’illuminismo, sociale e razionale (cioè l’Encyclopédie)? Proprio se stesso, Diderot, l’essere umano-inconscio! Cosa gravissima: non siamo affatto consapevoli, in quanto la mentalità comune è meccanicistica e positivistica ottocentesca (nel senso peggiore). È l’invenzione (difficilissima, ma indispensabile) che produce il nuovo, non viceversa. Velocità e quantità incredibilmente aumentate: incredibilmente peggiorano quasi la sc’arna consapevolezza. Non si suppone nemmeno di essere condizionati nella psiche, lingua, politica e socioeconomia. Quale cambiamento e identità vuoi che esistano? Non senti come tutti non facciano che ringraziare (Chi?) e ripetere, ogni momento [prima: “cioè, cioè”] ora: “come dire”?… Le falsità si sprecano.
[P.S. e immagina te… le distanze intra-atomiche, o quelle infinitamente cosmiche!…
Buttiamo lì almeno la biochimica o le cosiddette neuroscienze…]
In breve, con il libro-catalogo NON OSO / OSO NON essere della mostra a Firenze e di quella di Milano, che per molti aspetti rappresenta un’opera aggiuntiva alle due personali, cosa hai voluto focalizzare?
Come sai, il Libro è uno dei miei strumenti espressivi privilegiati. Ne ho realizzati tanti [dalla Theoria al Romanzo, dalla Poesia (ho ottenuto vari premi, fra cui il Grinzane Cavour) al libro d’artista]. Questo, NON OSO / OSO NON essere (Galleria Il Ponte, Firenze, gli Ori ed., 2017, ca. 150 pag.), va visto, letto, pensato e “maneggiato”. Con variazioni anche “ironiche”, in realtà pone una complessa relazione linguistica e psico-socio-politica. Lavoro di mesi, documenta anche la mostra, ma apre un settore inedito di Luca & Rosa at Madmountain = cioè Inc. – Cosc., indagine di una difficilissima dialettica sempre in atto. Una premessa di Alberto Fiz, e inizia la scansione dei “Settori”, con una inter-vista di Ilaria Bernardi, in cui Luca narra la sua assolutamente inusuale formazione: scientifica, psicoanalitica, Artistica & Non artistica: cioè, mi… rifaccio agli esordi (dell’Invenzione e del libro) ai miei 4 anni di età! Da Linus Pauling a Ernst Bernhard… Da uno degli innumerevoli “Quaderni dei Sogni & Progetti”: sono sempre pronto a spiegare e dispiegare (le ali?!) ulterior-ménte! Io sono qui (titolo di un primo libro di Avventure & Cultura oltre 300 pag., degli Anni ’60-’70) pronto per Voi: anche se abbandonato, si tratta pur sempre di abban donarsi!
‒ Luciano Marucci
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