Al Maxxi di Roma la mostra Gravity svela il rapporto tra arte e scienza. Le immagini
Il Maxxi di Roma ospita fino alla fine di aprile una mostra che racconta l’impatto della teoria della relatività generale elaborata da Albert Einstein nel 1915 sull’arte. In mostra le opere di alcuni dei più importanti artisti internazionali e un lavoro site specific di Saraceno. Le immagini.
“La più sorprendente combinazione di penetrazione filosofica, intuizione fisica e abilità matematica”. Niente meglio delle parole di Max Born, premio Nobel per la Fisica nel 1954, riesce a riassumere la straordinaria portata scientifica e culturale della teoria della relatività generale elaborata da Albert Einstein nel 1915. Una rivoluzione che ha cambiato il corso della storia influenzando non solo matematici e fisici, ma anche filosofi, letterati, artisti. Il museo Maxxi di Roma dedica la mostra Gravity. Immaginare l’Universo dopo Einstein al rapporto arte e scienza. Un progetto multidisciplinare, fortemente voluto da Giovanna Melandri, presidente della Fondazione MAXXI, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che vede coinvolti artisti internazionali come Marcel Duchamp, Allora & Calzadilla, Fischli & Weiss, Laurent Grasso, Tomás Saraceno, nella doppia veste di curatorial advisor e autor, che ha realizzato per la mostra l’installazione Cosmic Concert, in cui suoni, luci ed immagini interagiscono con i movimenti degli spettatori. “Ho voluto moltissimo questo progetto”, racconta ad Artribune Giovanna Melandri, “frutto di un’inedita cordata tra maxxi, INFN e ASI. Abbiamo voluto sperimentare una possibile reintegrazione tra scienza e arte a partire dalla grande rivoluzione di Einstein che ha cambiato radicalmente la nostra percezione e immaginazione dell’universo, rivoluzionato la nozione di spazio-tempo fino alla scoperta delle onde gravitazionali (che nel frattempo hanno vinto il Nobel!) . Non abbiamo voluto giustapporre lo sguardo dello scienza a quello dell’arte ma piuttosto offrire un dialogo tra artisti e scienziati sulle frontiere di ricerca di entrambi. Nel solco della grande storia dell’umanesimo italiano. Artisti come Tomas Saraceno, Allora e Calzadilla, Laurent Grasso si misurano con la velocità della luce, la polvere cosmica, la materia oscura , le straordinarie tecnologie italiane della sonda Cassini e dell’interferometro . Insomma, con questa mostra immaginiamo l’universo dopo Einstein avendo ben chiara però la lezione del rinascimento italiano e del talento universale di Leonardo Da Vinci. Il risultato è sorprendente e stiamo registrando un grande interesse attorno a Gravity; in fondo non è questo che molti si aspettano dall’Italia? un nuovo umanesimo capace di integrare arte e scienza”. La mostra offre anche un ricco programma di incontri, gratuiti grazie al sostegno di Enel, che mettono in dialogo gli artisti con scienziati e filosofi. Da Fabiola Gianotti, Direttore Generale Cern, all’astronauta Samantha Cristoforetti, da Monsignor Ravasi al neurobiologo britannico Semir Zeki, solo per citarne alcuni. Tutte le immagini della mostra.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati