Morto Tim Rollins, tra i più importanti artisti americani. Aveva 62 anni

Artista, insegnante, attivista, Tim Rollins è stata una figura centrale dell’arte americana degli ultimi trent’anni. Profondamente convinto che l’arte debba essere uno strumento di educazione e emancipazione individuale, è famoso per il lavoro svolto con il gruppo K.O.S. (Kids of Survival) nelle periferie newyorchesi

Si è spento all’età di 62 anni Tim Rollins (Pittsfield, 1955), uno dei più importanti artisti statunitensi degli ultimi trent’anni. A darne notizia uno scarno post su Facebook di Jerry Saltz e, a seguire, omaggi di amici e colleghi. Ancora sconosciute le cause della morte.

DA KOSUTH ALLE PERIFERIE NEWYORCHESI

Artista, insegnante, attivista, racchiudere in una definizione la carriera di Tim Rollins non è impresa semplice anche perché i confini della sua pratica artistica sono sempre stati più che sfumati. Giovanissimo ha iniziato a lavorare come assistente di Joseph Kosuth, artista che per Rollins è sempre stato un punto di riferimento imprescindibile. Nel 1981 Rollins inizia a insegnare discipline artistiche alla Intermediate School 52 nel South Bronx a New York, in un ambiente dove tensioni sociali, emarginazione e criminalità sono all’ordine del giorno. Profondamente convinto che l’arte debba essere uno strumento di educazione e emancipazione individuale, l’artista si scontra con le difficoltà di apprendimento dei ragazzi che lo convincono del fatto che sia necessario combinare l’insegnamento artistico con una pratica di lettura condivisa. Da qui nasce la necessità di sviluppare un metodo didattico innovativo che unisca lo studio di grandi classici della letteratura alle tecniche del disegno e della pittura. Fonda così il gruppo di lavoro Kids of Survival (K.O.S) e un laboratorio permanente denominato “Art and Knowledge” a cui hanno preso parte decine di ragazzi nel corso di trent’anni di attività.

LA TRASMISSIONE COME CONDIVISIONE DEL SAPERE

“Io e i Kos ci siamo ispirati tantissimo ai modelli pedagogici italiani… Gramsci prima di tutto, poi Montessori, Bruno Munari e il grande, grande Enzo Mari. La nostra sfida è capire come possono l’arte e il design – al servizio della didattica – creare ciò che Martin Luther King definiva come una comunità amorevole, una famiglia formata attraverso la creazione artistica. I Kos non sono gli assistenti di una grande ideologia maestra. Invece, cerchiamo di realizzare una democrazia organica – come il jazz americano o la musica gospel – “improvvisazionale”, imprevedibile… Qualcosa che scorre come un fiume: mutevole seppure sempre identificabile come arte”, così raccontava Tim Rollins ad Artribune in una lunga intervista a firma di Santa Nastro che spiegava, in occasione di un visiting professor alla Fondazione Spinola Banna, il suo modo di operare. Il metodo di lavoro di Tim Rollins & K.O.S, che ha avuto grande diffusione ed è stato emulato da molti altri artisti, ha come punto di partenza la lettura e l’analisi di testi letterari che il gruppo analizza, discute e interpretata. Solo dalla discussione e dalla condivisione si passa a sviluppare un’immagine o un’iconografia. “Quando lavori con i giovani artisti da vero mentore”, usava infine dire, “fai arte usando il tempo verbale futuro. È un onore nonché una grande responsabilità”. 

– Mariacristina Ferraioli

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Mariacristina Ferraioli

Mariacristina Ferraioli

Mariacristina Ferraioli è giornalista, curatrice e critico d’arte. Dopo la laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia dell’Arte, si è trasferita a Parigi per seguire corsi di letteratura, filosofia e storia dell’arte presso la Sorbonne (Paris I e Paris 3).…

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