Sei artisti dal Caucaso. Ora a Milano
Laura Bulian Gallery, Milano ‒ fino al 2 marzo 2018. Sei artisti, appartenenti a diverse generazioni, ma nati nel Caucaso sotto il regime sovietico, prendono coscienza dei loro legami sempre più distanti con il passato socialista. Tra collage, cartoline, video, sculture e fotografie, il punto di vista della cornice d’appartenenza estende alla realtà il loro essere nel mondo.
I protagonisti di Life from My Window sono solamente sei, ma sembrano essere testimoni di altrettanti mondi nati dal Caucaso. Si tratta di: Babi Badalov, Lusine Djanyan, Aslan Gaisumov, Musay Gaivoronskiy, Taus Makhacheva e Koka Ramishvili.
Il primo lavoro esposto all’interno della raffinata collettiva, negli spazi conchiusi di Laura Bulian, è di Koka Ramishvili e si intitola War From My Window (1991-1992): tredici fotografie in bianco e nero scandiscono l’incipit e il pensiero della mostra, stabilendone il punto di vista come un luogo, un territorio documentabile a partire dal quale quotidianità e cancellazione della realtà si separano, senza delineare confini netti. Le fotografie sono infatti state realizzate dalla finestra di casa dell’artista, durante i combattimenti che stavano avvenendo in pieno centro a Tbilisi, tra soldati georgiani e l’esercito russo. E mentre l’Azerbaigian viene cantato attraverso i collage in versi dell’artista e poeta Babi Badalov, nove cartoline testimoniano la breve esistenza della Repubblica di Ičkerija (Cecenia) a poca distanza dai plinti centrali che supportano l’orografia mitopoietica di Taus Makhacheva; artista che recupera antichi racconti del Daghestan rappresentando rilievi in miniatura, attraverso il calco di nasi umani.
‒ Ginevra Bria
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