Il terzo paesaggio secondo Ciredz. A Roma
Galleria Varsi, Roma ‒ fino al 5 gennaio 2018. Fucina della “arte urbana”, la Galleria Varsi ospita la prima personale dell’artista sardo, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Bologna. La mostra, a cura di Chiara Pietropaoli, costituisce sintesi indoor della riflessione di Ciredz sull’esito imprevedibile della interazione tra uomo e spazio naturale.
Le pitture murarie e le alterazioni della percezione visiva create dalle sculture site specif della Volume series, opere iconiche di Ciredz (1981) realizzate, di recente, tra Italia, Australia, Portogallo e Finlandia, in coerenza con la mission della galleria, si interiorizzano, diventano sculture da appendere, sezioni bidimensionali a forma di cubi ed esagoni, funzionali a rendere visibile il “terzo paesaggio” come teorizzato da Gilles Clément: quegli “spazi indecisi”, improduttivi e ai margini dell’abitato, dove eppure sono schierati i sentimenti di libertà e il nulla aspira a diventare qualcosa.
Cemento, terra e inserti di erba sintetica sono i materiali prescelti, sovrapposti geometricamente a creare trance di nuova materia, con esiti estetici che rendono tributo all’esperienza dell’Arte Povera. La tensione tra spazio naturale e urbano, costante nella poetica di Ciredz e connaturata alla sua storia personale, investe anche le opere grafiche, dove chine celesti – unica nota di colore che rimanda alle coste sarde – e tratteggi incrociati di graffite aprono insenature nella carta, creando prospettive e percezioni inattese, per rinviare, ancora una volta, ai frammenti del substrato del visibile.
‒ Fabio Massimo Pellicano
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