Moduli e forme. Eva Rothschild a Milano
Galleria kaufmann repetto, Milano ‒ fino al 27 gennaio 2018. La galleria milanese ospita la quarta personale di Eva Rothschild. Una riflessione visiva sui moduli e le forme della storia dell’arte.
La mostra riunisce una serie di lavori che rivisitano moduli e forme proprie della storia dell’arte. Archi, oggetti- rovine, display e composizioni scultoree sono presentati in modo ludico e interrogativo. Eva Rothschild (Dublino, 1971) gioca con i titoli, ingloba episodi personali che si inseriscono nella narrazioni in maniera semi-evidente. Le due tele Halloween espongono un’atmosfera sinistra e festiva; T.K.O. è un sacco da boxe che mescola forme e colori di texture Anni Ottanta e si adagia sul pavimento con una base in alluminio; Sweetness è un bagno di resina ricavato dagli abiti dei figli dell’artista disposti su un cubo di poliuretano. I riferimenti familiari si riversano anche nel linguaggio modulare e nella confidenza formale: scomposizioni e assemblaggi in vista di riformulazioni delle forme archetipiche dell’arte. L’arco ‒ Europa e Bold Europa ‒ è presentato in due versioni: una policroma, composta di moduli monocromatici orizzontali e un’altra simile a un arcobaleno nero. Le rovine (Ruins) sono cubi di polistirolo ricoperti di colori sintetici, composti in maniera totemica, che si abbandonano allo spazio in modo pop, con qualche lattina sporca di pittura posta alla base della scultura.
LA CRISI DELLA RAPPRESENTAZIONE
Ritmi e dinamiche spaziali si strutturano in rapporto all’estetica architettonica e artistica, evidenziando in maniera formale e domestica la crisi della rappresentazione: piedistalli, ricomposizioni modulari, equilibri fisici precari, colori e materiali propri del postmodernismo e della produzione seriale caratterizzano la narrazione espositiva in galleria. L’astrazione delle forme evidenzia in modo problematico il ruolo della scultura e della sua sintassi moderna, la filiazione dal design industriale, dalla produzione dell’oggetto fino ai fallimenti della sua rappresentazione. Le superfici puriste delle sculture di Rothschild sembrano svelare la tautologia di qualcosa che non funziona e che tuttavia trova esistenza, similmente all’atto umano del generare e del vivere la contraddizione esistenziale, che in questo caso si traduce nel tentativo delle forme e nell’atto dell’osservatore di relazionarsi all’oggetto.
‒ Sonia D’Alto
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