Tutto è vanità. La fotografia di Christopher Broadbent a Roma
Galleria del Cembalo, Roma ‒ fino al 3 febbraio 2018. La Galleria del Cembalo, a Palazzo Borghese, è una meraviglia. Il ninfeo prospiciente, i soffitti alti, le cornici dorate. Alle pareti, le nature morte di Christopher Broadbent: tuffo al cuore e nel tempo, un Settecento contemporaneo in cui nobilitarsi con l'invenzione di nostalgie nuove di zecca.
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Cortocircuito. Lontano dai tram affollati, dai turisti ansimanti. L’ingresso in una realtà distante e rassicurante che compiace e si compiace, sublimazione evocativa di un passato (come sempre) migliore. La vista, già sazia, non potrebbe aspettarsi di più e si ritrova, invece, a soffermarsi su fotografie iconiche che fanno leva su reminiscenze comuni, le nature morte. Non c’è affresco che tenga, non bastano i simboli araldici e gli stucchi delle sale: oggetti poveri e quotidiani sono entrati dalla finestra per trovare posto alle pareti, lontani dai temi alti delle decorazioni di Palazzo Borghese ma imparentati dall’appartenenza a un orizzonte cronologico apparentemente terminato da un pezzo.
Christopher Broadbent (Londra, 1936) li riporta al presente, inanimati e seducenti. Una vita nella pubblicità per il fotografo inglese, vende bene, continua a farlo. Vasi di fiori, tavole imbandite, strumenti in legno sono spinti all’estremo limite del realismo analitico e avvolti in un chiaroscuro da finestra aperta. Il loro diritto di essere in foto l’ha fissato l’artista, la loro fortuna è ratificata dall’osservatore. Le disposizioni equilibrate, studiate a fondo anche nella voluta e solo apparente casualità di uova in stabilità precaria e panni bianchi aggrovigliati, generano piani prospettici orizzontali e richiamano secoli di linguaggio simbolico. Tutto è a portata di mano e illuminato ma al contempo distante, sacralizzato da una deliberata oscurità concettuale. Il piacere di cogliere la maniacalità delle composizioni e l’incontro minimalista tra linee rette e curve è aumentato dal mistero di fondo dell’inaccessibile significato. Vanitas vanitatum, teatralità e stupore.
‒ Raffaele Orlando
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