Nuovo spazio a Caserta per la aA29 Project Room. La galleria si sposta a Palazzo dei Commestibili
La galleria diretta da Gerardo Giurin, da sempre impegnata nell’indagine del rapporto tra linguaggi artistici e temi sociopolitici, si appresta a inaugurare un nuovo spazio all’interno di un palazzo ottocentesco a pochi passi dalla Reggia con una mostra curata da Daniele Capra. Ecco le interviste
Inaugura con una collettiva politicamente impegnata il nuovo spazio della aA29 Project Room, la galleria diretta da Gerardo Giurin che il prossimo 16 dicembre a Caserta aprirà le porte della sua nuova sede a Palazzo dei Commestibili, a pochi passi dalla Reggia. Four Directions è il titolo della mostra curata da Daniele Capra che sintetizza i principali campi d’indagine della galleria: l’analisi storico-sociale, politica ed antropologica del mondo di oggi attraverso la peculiarità dei linguaggi dell’arte contemporanea.
IL PRIMO SPAZIO, IL PREMIO AD ARTVERONA E IL NUOVO PROGETTO
Il precedente spazio della aA29 Project Room si trovava in via Leonetti, sempre nei pressi della Reggia di Caserta. Il trasferimento presso la nuova sede risponde alle mutate esigenze espositive, che sono state stimolate da un’evoluzione della galleria e dalla necessità di sviluppare progetti ancora più ambiziosi. “Abbiamo aperto il primo spazio nell’ottobre 2015”, racconta ad Artribune Gerardo Giurin. “Abbiamo deciso di fare il ‘salto’ dopo aver vinto, durante l’ultima edizione di ArtVerona, lo Sustainable Art Prize, il premio istituito dall’Università Ca’ Foscari Venezia e destinato ai lavori artistici che hanno come temi la sostenibilità ambientale e la ricerca sociopolitica. Per questa occasione abbiamo presentato ‘La terra dei fiori’, progetto ideato da Sasha Vinci e Maria Grazia Galesi che affronta il tema scottante della ‘terra dei fuochi’”. I nuovi spazi della galleria, collocati nell’edificio ottocentesco di Palazzo dei Commestibili in via Filippo Turati, permetteranno la realizzazione di mostre più articolate e consentiranno inoltre di ospitare in residenza gli artisti con cui la aA29 Project Room collabora. “Vincere lo Sustainable Art Prize mi ha convinto a prendere uno spazio più grande”, continua Giurin. “Siamo passati dai 35 metri quadri dello spazio di via Leonetti ai 130 dell’appartamento di Palazzo dei Commestibili. Questo premio ci ha illuminato la strada da percorrere”.
LA MOSTRA
Four Directions raccoglie le opere di Nemanja Cvijanović, Ivan Grubanov, Patrizia Posillipo e Sasha Vinci, artisti il cui lavoro ha una stretta attinenza con aspetti politici del fare arte, in particolare rispetto alle categorie della storia, dell’antropologia, dell’ambiente, della partecipazione e della critica sociale. Ciascun artista, cui è affidata una stanza all’interno degli spazi della galleria, evidenzia agli occhi dello spettatore una particolare sensibilità capace di delineare un universo espressivo personale. “La mostra è come un film realizzato in quattro episodi, con continui rimandi, in cui però ciascun elemento preserva il proprio sviluppo diegetico”, ci spiega Daniele Capra. “Così ad ogni artista è stata affidata una stanza in modo che sia percepibile un ritmo visivo differente e un diverso universo espressivo. ‘Four Directions’ è il tentativo di un racconto, del tracciamento di una prospettiva”. La mostra è costruita in maniera tale che il visitatore possa percepire quattro universi in una condizione non dissimile da quella di un cammino intrapreso verso quattro strade che portano in differenti direzioni. “Le opere di Nemanja Cvijanović”, continua Capra, “spesso con modi ironici suggeriscono una possibilità di insubordinazione verso il sistema, il tentativo di una (piccola) utopia a portata di mano in grado di scaldarci il cuore. La storia è protagonista di lavori analitici come quelli di Ivan Grubanov, che utilizza la parola scritta e le bandiere degli stati mescolandone i colori, per evidenziare come le narrazioni main stream che descrivono la nostra realtà siano incomplete o del tutto false. La ricerca fotografica di Patrizia Posillipo si sviluppa a partire da dettagliate analisi sociali ed antropologiche sui luoghi, sugli spazi urbani e sul comportamento delle persone, mostrando situazioni o spazi di convivenza inattesi. La cronaca, i contesti sociali problematici e la distruzione dell’ambiente”, conclude il curatore, “sono invece all’origine dell’opera di Sasha Vinci, le cui opere su carta coniugano insieme sintesi del tratto e potenza espressiva”.
– Desirée Maida
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