È Ralph Rugoff il direttore artistico della 58. Biennale Arte di Venezia che si terrà nel 2019
Arriva dal Cda, su proposta del Presidente Paolo Baratta, la nomina dell'americano Rugoff. Nel 2015 aveva curato la Biennale di Lione. Questa è la sua seconda esperienza biennalesca.
Si è appena conclusa Viva Arte Viva, la 57. Esposizione Internazionale d’Arte di Christine Macel, che il Cda della Biennale di Venezia, su proposta del Presidente Paolo Baratta, nomina Ralph Rugoff, direttore del Settore Arti Visive, con l’incarico di curare l’edizione numero 58, che si svolgerà dall’11 maggio al 24 novembre 2019, con vernice dall’8 al 10 maggio. “L’incarico a Ralph Rugoff”, ha dichiarato il Presidente Paolo Baratta, “conferma l’intenzione della Biennale di qualificare la Mostra come luogo di incontro tra il visitatore, l’arte e gli artisti. Una Mostra che impegni i singoli visitatori in un diretto confronto con le opere nel quale la memoria, l’inatteso, l’eventuale provocazione, il nuovo e diverso possano sollecitare lo sguardo, la mente e l’emozione di chi osserva, dandogli l’occasione di una intensa e diretta esperienza.”
CHI È RALPH RUGOFF
Non è una scelta pop quella del Cda, ma una sceltà di “serietà”. E il curriculum vitae lo dimostra. Dal 2006, infatti, Rugoff, nato a New York 61 anni fa da padre nella distribuzione cinematografica e madre psicoanalista, è direttore dell’Hayward Gallery di Londra, nel 2015 lo conosciamo, qui trovate l’intervista, per la direzione alla XIII Biennale di Lione intitolata La Vie Moderne. L’americano Rugoff ha inoltre lavorato con il Financial Times come contributor e con altre importanti testate americane e inglesi quali Artforum, Frieze e anche l’italiana Flash Art, con un pedigree che viene dall’editoria e dalla critica. Ha studiato però, alla Brown University a Providence, Rhode Island, semiotica e non storia dell’arte. La svolta curatoriale avviene verso la seconda metà degli anni ’90, prima come indipendente, poi nelle istituzioni in cui ha lavorato. Tra le sue mostre più famose The Painting of Modern Life (2007), Psycho Buildings (2008), The Infinite Mix (2016). Ha lavorato con artisti del calibro di Ed Ruscha, George Condo, Jeremy Deller, Tracey Emin, Carsten Holler, Gelitin e ha ricevuto incarichi istituzionali di prestigio nel settore delle esposizioni periodiche: selezionatore per la Biennale di Sydney nel 2002 e per la Triennale di Torino nel 2005, nel 2013 ha fatto parte della giuria del Turner Prize e nel 2010 del Comitato di selezione del British Council per la Biennale di Venezia. Ma questa è la sua seconda esperienza “biennalesca”, alla guida cioè di una mostra ricorrente così importante.
LE PAROLE DI RALPH
“Sono entusiasta di questa nomina”, ha commentato il neo-direttore in una nota lanciata dalla Hayward Gallery di Londra. “La Biennale di Venezia è la più antica e la più prestigiosa mostra ricorrente a livello internazionale. Sono ansioso di cominciare questa nuova sfida, insieme alla riapertura della Hayward Gallery con il suo prestigioso programma di mostre”. Infatti l’istituzione londinese inaugurerà in grande spolvero a gennaio 2018 dopo una chiusura temporanea per ristrutturazioni. Ad inaugurare il programma biennale di mostre, il 25 gennaio, la prima grande retrospettiva, – la più grande mai realizzata nel Regno Unito – ad Andreas Gursky, artista in questi giorni a Roma protagonista della mostra per il decennale della Galleria Gagosian nella Capitale d’Italia.
LA BIENNALE APPENA CONCLUSA
La notizia della nomina di Ralph Rugoff arriva dopo che la 57esima Biennale d’arte di Venezia ha calato ufficialmente il sipario su un’edizione che ha confermato l’importanza della Biennale di Venezia e il suo seguito nel mondo. Viva Arte Viva ha, infatti, come raccontato da Arianna Testino nel suo articolo su queste colonne, portato in Laguna oltre 615mila visitatori, totalizzando il 23% in più di presenze rispetto al 2015. Un dato inequivocabile, offerto dal presidente Baratta ai giornalisti durante l’ultima conferenza stampa della stagione. Anche la vernice ha superato se stessa con 23.000 presenze da sommarsi alle complessive. “Accessibilità, dialogo e “otium attivo” paiono dunque essere stati i punti forti di una Biennale che ha attirato anche un’ampia fetta di pubblico under 26 ‒ il 31% ‒, fra cui 35mila studenti coinvolti dal programma Educational”, scriveva la Testino. In crescita anche l’interazione creatasi con gli spettatori anche grazie ai video pubblicati quotidianamente con focus sugli artisti in mostra, e al format delle Tavole Aperte (68 in totale, con 87 artisti e 2100 partecipanti).
– Santa Nastro
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