g.olmo stuppia omaggia Napoli. Il racconto della performance alla Galleria Dino Morra
Nell’ex Lanificio Borbonico, sede espositiva della Galleria Dino Morra Arte Contemporanea, in mostra i “relitti” della prima performance a Napoli intitolata “Per fiori agli altari” del giovane artista milanese g.olmo stuppia.
Ciò che rimane della performance di g.olmo stuppia (Milano, 1991), sono le sculture polimateriche, i resti bruciati di natura chimica, sintetica e organica, l’odore acre e alcuni elementi, in questo contesto performativi, provenienti dalla casa e in particolare dal bagno di Luigi Ponticelli, ex uomo della famiglia Giuliano di Forcella e noto a Napoli come “Giggino a Bomboletta”. Nello spazio espositivo, vissuto dall’artista come ventre primordiale della città sotterranea, i sensi, soprattutto l’olfatto, sono aggrediti dalla putrefazione dei resti degli escrementi di maiale usati durante la performance. Nell’azione ritroviamo una sequenza quasi pittorica, resa quali sublime da una giovane performer che, immersa nell’intimità del suo lavacro e riscaldata con una bacinella di acqua calda versata dall’artista, legge a se stessa scritti di diversi autori.
RELITTI E SCULTURE
I relitti di Stuppia sono elementi quotidiani che provengono dalla città: oggetti, fotografie, ossa, e fiori. Quello di Stuppia è un processo alchemico attraverso il quale nascono anche delle piccole sculture casuali in gesso, nate da un miscuglio di acidi, colla di pesce e differenti pezzi di arredamento. Nel suo lavoro scopriamo una visione poetica e viscerale fatta di elementi contrastanti e che esprimono la forza di un luogo magico, unico e dalla doppia anima, che da un lato seduce e incanta per il suo straordinario fascino e bellezza, mentre dall’altro svela il suo essere più crudo, indecoroso e prepotente. Il progetto site specific, realizzato da Spazio NEA in collaborazione con la Galleria Dino Morra Arte Contemporanea, dove si è svolto il tutto, prende forma attraverso una sorta di peregrinaggio che conduce l’artista prima tra i vicoli del Centro Storico e nel Cimitero delle Fontanelle di Napoli e in fine a San Michele a Venezia.
–Giuseppe Amedeo Arnesano
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