Il Comune di Parigi spende 86 milioni per l’edificio che ospiterà il museo Pinault. Ed è polemica
È polemica in Francia per la decisione del Comune di Parigi di investire 86 milioni di euro per acquistare la Bourse de Commerce, storico edificio nel cuore di Les Halles, che ospiterà il museo del plurimiliardario Pinault firmato Tadao Ando. E a gettare benzina sul fuoco ci pensa il giornale satirico Le Canard Enchaîné…
Vi abbiamo già raccontato del grande progetto di riconversione che coinvolge la Bourse de Commerce di Parigi che, a partire dal 2019 e dopo un accurato restauro firmato Tadao Ando, ospiterà la collezione di François Pinault. Un progetto importante che segna il recupero di un edificio storico che verrà riaperto alla comunità, dopo il parziale restauro della Bibliothèque Nationale de France che sarà ultimato entro il 2020. Tutto bene dunque? Non proprio. Le Canard Enchaîné, noto giornale satirico francese, ha rivelato che il Comune di Parigi ha acquistato l’edificio di forma circolare che ha ospitato per decenni la Bourse de Commerce per 86 milioni di euro, una cifra molto più alta del dovuto. E in Francia è scoppiata la polemica.
L’ANTEFATTO
Ma procediamo con ordine. Le Canard Enchaîné sostiene di avere dei documenti che provano che l’acquisto per 86 milioni di euro dell’antica Bourse de Commerce che si trova nel cuore del quartiere di Les Halles è stato azzardato ed eccessivamente dispendioso. L’edificio, inaugurato nel 1889, fu ceduto dal Comune di Parigi alla Camera di commercio nel 1949 per la cifra simbolica di un franco. Il giornale satirico sostiene che il contratto di cessione presentava un cavillo: il Comune sarebbe potuto tornare in possesso dell’immobile, nel caso in cui l’edificio non avesse più ospitato la Bourse de Commerce, per la stessa identica cifra, che oggi corrisponde a circa 15 centesimi di euro. Una somma decisamente inferiore rispetto a quella investita. Non solo, una parte consistente di questi soldi, circa 23 milioni di euro, sono stati stanziati a mo’ di risarcimento per gli investimenti fatti negli anni dalla camera di commercio nell’edificio, cifra considerata eccessivamente alta rispetto ai costi effettivi che ruoterebbero intorno ai 4 milioni di euro.
LA QUESTIONE ECONOMICA
La notizia è stata ripresa con grande enfasi da tutti i giornali francesi al punto che lo staff del sindaco, Anne Hildago, ha dovuto emettere un comunicato in cui ha precisato di avere acquistato l’edificio ad un prezzo di mercato assolutamente adeguato ai tempi. Al di là di tutto in Francia ci si chiede se ha senso investire una cifra così alta per un edificio che ospiterà la collezione di uno degli uomini più ricchi del pianeta. Certo, Pinault sborserà svariati milioni di euro nell’adeguare l’edificio agli standard più elevati richiesti dall’architettura museale internazionale oltre ad offrire, beninteso, una collezione d’arte contemporanea degna dei più grandi musei del mondo e dunque motivo di grandissimo richiamo per il cuore della città di Parigi in un punto cruciale, equidistante da Louvre e Pompidou. Rimane però la questione relativa all’investimento economico, soprattutto dopo che è stata necessaria la mobilitazione di artisti ed intellettuali francesi per evitare la chiusura de Le Plateau, lo spazio espositivo di FRAC Île-de-France che dal 2002 promuove l’arte contemporanea della regione, a causa della decisione del comune di tagliare i fondi. Una decisione che ha rischiato seriamente di far chiudere lo spazio venendo a mancare il sostegno economico necessario per garantire una buona programmazione culturale.
-Mariacristina Ferraioli
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