Matteo Nasini vince la II edizione de L’Arte che Accadrà. Ancora un progetto fra arte e impresa

Sempre più spesso le aziende scelgono l'arte e la cultura come strumenti non di mera promozione, ma di crescita interna e di riflessione. Così è anche per il gruppo Hdrà, che da due anni sostiene un progetto per la giovane arte italiana...

Sostenere l’arte contemporanea italiana e i giovani talenti; costruire una collezione di rilievo, che sia patrimonio materiale e culturale dell’azienda; offrire input nuovi ai dipendenti, puntando a un rafforzamento della produttività che passi da parametri strategici: ambienti di lavoro stimolanti, passioni condivise, curiosità verso linguaggi nuovi, densi di significati simbolici. Sono questi gli obiettivi che alcune imprese illuminate si propongono, quando avviano una qualche forma di sperimentazione basata sul dialogo tra mondo dell’arte e mondo del lavoro. E i risultati esistono, nel concreto. Anche in termini di miglioramento delle performance professionali, come rilevato da studi internazionali di settore.

Palazzo Fiano, Salone degli specchi, Spazio Hdrà

Palazzo Fiano, Salone degli specchi, Spazio Hdrà

SE IN AZIENDA I DIPENDENTI PREMIANO GLI ARTISTI

In questo quadro si muove, da un paio d’anni, il gruppo Hdrà, società di comunicazione integrata tra le più importanti d’Italia, che vanta – tra gli altri – clienti del calibro di Alitalia, Raicinema, Enel, Pirelli, Poste Italiane, Unicef, Nike, IED, Telecom Italia, Discovery Channel, Citroën, Tim, Wind. È così che nel 2016 nasce “L’Arte che Accadrà”, rassegna curata da Valentina Ciarallo e dedicata ai talenti italiani più interessanti nel campo delle arti visive. Un premio innanzitutto, ma anche una mostra, ospitata negli splendidi spazi di Palazzo Fiano, edificio quattrocentesco – sede dell’azienda – incastonato nella centralissima Piazza San Lorenzo in Lucina, a Roma.
Semplice la formula: cinque artisti, selezionati dalla curatrice, espongono le loro opere tra gli ambienti sontuosi e gli arredi d’epoca, lasciando che vi entrino in contatto per due mesi i 140 dipendenti di Hdrà. E saranno proprio loro, al termine dell’esposizione, a scegliere l’opera migliore, la più gradita, la più amata, quella che è stata miglior compagna di viaggio e di sguardo. E che verrà acquisita nella collezione in progress dell’azienda. Non una commissione di critici, dunque, ma una giuria speciale, composta da chi – realmente – ha vissuto da vicino i progetti degli artisti e ne ha rielaborato significati, forme, riferimenti.

Matteo Nasini, Le cose non crescono al buio, 2012 (particolare)

Matteo Nasini, Le cose non crescono al buio, 2012 (particolare)

SUONI, FORME, COLORI. I PAESAGGI MENTALI DI MATTEO NASINI

Se nel 2016 a trionfare era stato Marco Raparelli, per l’edizione 2017 la spunta Matteo Nasini (Roma, 1976), che ha la meglio su Giovanni De Cataldo, Stanislao Di Giugno, Davide Monaldi e Guendalina Salini. L’opera premiata, Le cose non crescono al buio (2012), è un inedito pungiball per romantici boxeur, realizzato in lana variopinta e solcato da ricami astratti, come in una mappa surreale, un intreccio boschivo, una decorazione fantastica: sospeso al soffitto tramite una corda, sta lì per essere colpito oppure abbracciato. Un rilevatore di emotività, un misterioso oggetto interattivo, pronto a caricarsi di tenerezza o di nevrosi.
Nasini, violoncellista con una formazione musicale classica, ha iniziato a lavorare come artista partendo proprio dal rapporto tra immagini e note. Le sue sculture e le installazioni, concepite come segni plastico-cromatici, reinventano lo spazio nel segno dell’essenzialità, ma anche di una certa energia onirica, poetica, visionaria. Un surrealismo scandito da scritture geometriche, tensioni, evocazioni di paesaggi, le cui radici affondano nell’inconscio, nelle attività percettive diurne o notturne, nella memoria e nell’esercizio della visione.

Matteo Nasini, Sparkling Matter, 2016, sculture in porcellana realizzate tramite stampante 3D

Matteo Nasini, Sparkling Matter, 2016, sculture in porcellana realizzate tramite stampante 3D

UNA RICERCA MULTIDISCIPLINARE

A ottobre 2016 Matteo Nasini vinceva la nona edizione del Talent Prize col progetto Sparkling Matter, un esperimento a cavallo tra arte e neuroscienze, che a partire dalle onde cerebrali di un soggetto dormiente, registrate e processate da un pc, dava vita a partiture sonore performate dal vivo e a una serie di porcellane modellate in 3D. Una ricerca complessa, che articola frammenti di materia concreta o invisibile – da un flusso di vibrazione a una scultura tessile, da un input del cervello a un oggetto in ceramica, da un elemento botanico alla sostanza dei sogni – sfruttando la potenza della sinestesia e l’immenso bacino di immagini che affiorano tra la realtà e l’immaginazione, tra il piano della mente e il groviglio di stimoli quotidiani.

– Helga Marsala

www.hdra.it

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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