Questione di sguardi. Romina Bassu a Roma
Studio Sales, Roma ‒ fino al 9 febbraio 2018. La prima personale capitolina di Romina Bassu accende i riflettori sul tema degli archivi anonimi e sullo statuto dell’immagine femminile.
Sulla questione degli stereotipi femminili nell’arte – e nella critica d’arte – sono disponibili vari contributi teorici importanti, perlomeno a partire dall’opera ormai classica di Rozsika Parker e Griselda Pollock (Old Mistresses: Women, Art and Ideology). Assai più rari, invece, sono gli esperimenti artistici volti a interrogare per immagini tale questione, e già solo per questo vale segnalare la mostra di Romina Bassu (Roma, 1982): si aggiunga poi che l’esposizione è di notevole intelligenza ed effetto, nelle opere come nella curatela, e la conclusione è dunque un convinto invito a visitarla.
L’artista presenta nella sua prima personale romana una selezione convincente del proprio lavoro sul tema degli archivi anonimi, intesi come raccolte di immagini di soggetti sconosciuti ma in grado di attivare ricordi personali, concentrandosi su come l’immagine femminile sia condizionata dallo sguardo maschile. Attraverso una pittura acrilica veloce e insieme indugiante, dove l’istantanea cinematografica si combina studiatamente con una ritrattistica per così dire concettuale, Bassu interroga con acume la violenza dello sguardo e insieme la disponibilità del soggetto a sottostarvi, offrendo una personale visione felicemente elusiva di tesi a effetto e insieme in grado di interrogare chi osserva sui fondamenti della propria.
‒ Luca Arnaudo
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