Villa Medici si illumina di notte. A Roma c’è la prima edizione del Festival di Luci nei giardini

Le installazioni di 17 artisti internazionali, da Christian Boltanski a Rosa Barba, illuminano i giardini di Villa Medici, immergendo i visitatori in un'atmosfera insolita e poetica. Ecco le opere da non perdere secondo Artribune.

Lee Mingwei_Small Conversation @Daniele Molajoli

Lee Mingwei_Small Conversation @Daniele Molajoli

Con il Festival des Lumières (Festival di Luci), nuovo format di installazioni temporanee inaugurato dalla mostra Ouvert la nuit in corso fino al 28 gennaio, l’Accademia di Francia a Roma ha aperto, per la prima volta, le porte ad un’esposizione notturna nei celebri giardini di Villa Medici. Il progetto nasce da un’idea della direttrice Muriel Mayette-Holtz ed è a cura di Chiara Parisi. “L’idea è quella di utilizzare il grande spazio scenico che Villa Medici rappresenta nell’immaginario della città”, ha spiegato la Parigi, “ma anche giocare con l’immaterialità della luce e con lo splendore dell’oscurità. Il titolo Ouvert la Nuit fa riferimento alla raccolta di racconti di Paul Morand, in cui ogni storia è ambientata in una notte e in un luogo diversi; all’imbrunire il visitatore entra sulla scena e interagisce con le opere d’arte che gli si presentano davanti. Un progetto notturno e misterioso, costruito insieme ad artisti di diverse generazioni e realizzato in grande libertà. Per ognuno degli artisti, i giardini si sono rivelati un rifugio per sviluppare o rielaborare creazioni inedite ed eccezionali”. Composto da sedici carré, il giardino di Villa Medici si presenta così come un labirinto vegetale strutturato dalle siepi in cui i diciassette artisti – Rosa Barba, Camille Blatrix, Christian Boltanski, Nina Canell & Robin Watkins, Maurizio Cattelan, Trisha Donnelly, Jimmie Durham, Elmgreen & Dragset, Félix González-Torres, Douglas Gordon, Joan Jonas, Hassan Khan, Lee Mingwei, François Morellet e Otobong Nkanga – hanno immaginato le loro opere. Ecco una selezione di installazioni da non perdere.

Claudia Giraud

CHRISTIAN BOLTANSKI E JEAN KALMAN

Christian Boltanski@Daniele Molajoli

Christian Boltanski@Daniele Molajoli

Utilizzando macchine teatrali, tipiche del lavoro di entrambi, Christian Boltanski (Parigi, 1944) e il light designer Jean Kalman (Parigi, 1945) hanno progettato un percorso sensoriale. Muniti di una lampada, i visitatori sono invitati ad addentrarsi nell’oscurità dei luoghi, perdendosi in uno spazio irreale, immersi nella nebbia e nella neve, circondati dalle lucciole, sorpresi da voci e da presenze appena accennate, alla scoperta ognuno dei propri fantasmi.

FÉLIX GONZÁLEZ-TORRES

Felix Gonzalez Torres Untitled (America) @Daniele Molajoli

Felix Gonzalez Torres Untitled (America) @Daniele Molajoli

Nella Loggia di Cleopatra è installato Untitled (America) di Félix González-Torres (Guáimaro, Cuba, 1957 – Miami, 1996) che ricorda le celebri ghirlande di luci che l’artista installava nei musei, nelle gallerie e per le strade. Un’opera intensa che dà vita a una doppia chiave interpretativa sospesa tra una festa improvvisata e un rito profondamente nostalgico.

ROSA BARBA

Rosa Barba @ Daniele Molajoli

Rosa Barba @ Daniele Molajoli

In uno dei primi carré di Villa Medici, Rosa Barba (Agrigento, 1972) presenta White Museum, installazione in cui un proiettore cinematografico 70mm si riflette su uno specchio per “filmare” i pini marittimi. Di fronte è installata un’altra opera di Rosa Barba, una scritta in corsivo realizzata con il neon che si dispiega come una poesia fluttuante nello spazio.

ELMGREEN&DRAGSET

Elmgreen & Dragset@Daniele Molajoli

Elmgreen & Dragset@Daniele Molajoli

Nel carré dell’Orto, Elmgreen&Dragset (Copenaghen, 1961 e Trondheim, in Norvegia, 1968) installano una scultura luminosa che invade lo spazio con la sua presenza scenica.

NINA CANELL E ROBIN WATKINS

Nina Canell e Robin Watkins_The Luminiferous Aether@Daniele Molajoli

Nina Canell e Robin Watkins_The Luminiferous Aether@Daniele Molajoli

Nel carré delle Niobidi, Nina Canell e Robin Watkins (Växjö, 1979; Stoccolma, 1980) presentano un lavoro poetico e suggestivo che invita il visitatore a percepire la luce attraverso il senso dell’udito. L’opera The Luminiferous Aether, realizzata al Polo Nord, propone una registrazione dei suoni di un’aurora boreale.

DOUGLAS GORDON

Douglas Gordon Jesus is not enough @Daniele Molajoli

Douglas Gordon Jesus is not enough @Daniele Molajoli

Osservando il tronco di un pino marittimo in uno dei giardini di Villa Medici, scopriamo Jesus is not enough di Douglas Gordon (Glasgow, 1966), una scultura delle dimensioni di una mano, in cui s’intrecciano memoria collettiva e memoria personale dell’artista.

LEE MINGWEI

Lee Mingwei_Small Conversation @Daniele Molajoli

Lee Mingwei_Small Conversation @Daniele Molajoli

Nell’Agrumeto, Lee Mingwei (Taiwan, 1964) installa Small Conversation, un paesaggio sonoro evocato da versi di insetti che ricordano l’isola dove l’artista è cresciuto. Un’opera di denuncia in cui Mingwei evidenzia come questi elementi naturali stiano scomparendo non solo a causa dei cambiamenti climatici, ma soprattutto a causa della disattenzione dell’uomo.

CHRISTIAN BOLTANSKI

Christian Boltanski Danseuse@Daniele Molajoli

Christian Boltanski Danseuse@Daniele Molajoli

Christian Boltanski s’ispira al tradizionale meccanismo delle ombre cinesi per animare il giardino e popolarlo di presenze irreali. I visitatori sono invitati a penetrare in questo spazio misterioso. Incontriamo campanelle giapponesi nel carré della Neviera assieme a una Danseuse, una silhouette effimera e mutevole, che ci trasporta in un altro carré animato dalle celebri installazioni dell’artista realizzate da lampadine.

FRANÇOIS MORELLET

Francois Morellet Lamentable_2@Daniele Molajoli

Francois Morellet Lamentable_2@Daniele Molajoli

Sulla statua della Dea Roma l’opera Lamentable di François Morellet (Cholet, 1926 – 2016) utilizza la forma del cerchio di neon blu. In questi giardini così geometricamente organizzati, l’opera di Morellet ricostruisce il disordine dell’arte minimale, richiamando i principi del suo lavoro “il matrimonio tra ordine e disordine, che sia uno che produca l’altro, o l’altro che produca o distrugga l’uno”, secondo le parole dell’artista.

OTOBONG NKANGA

Otobong Nganga @ Daniele Molajol

Otobong Nganga @ Daniele Molajol

Nel carré delle Colonne, Otobong Nkanga (Kano, Nigeria, 1974) presenta uno “scavo archeologico” composto di vetri illuminati fissati nel terreno, sui quali i visitatori possono leggere poesie o scoprire i disegni tracciati dall’artista.

MAURIZIO CATTELAN

Maurizio Cattelan Made in Catteland @ Daniele Molajoli

Maurizio Cattelan Made in Catteland @ Daniele Molajoli

Ispirandosi al motto “art for all”, che cerca di superare i limiti dell’opera d’arte e di raggiungere il pubblico attraverso nuovi spazi e nuove modalità di fruizione, Maurizio Cattelan (Padova, 1960), propone per l’occasione Made in Catteland, un’opera portabile, una sciarpa con l’effigie di Villa Medici, simile alle sciarpe dei tifosi di calcio, che il visitatore acquista all’ingresso dei giardini per proteggersi dal freddo. Un progetto che mette in primo piano il sentimento di comunità, d’identificazione, di amore per un luogo, nella convinzione che i luoghi deputati all’arte possano essere punti d’incontro e l’arte un rito condiviso.

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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