ARCOmadrid 2018. La fiera, le novità, le foto e i migliori 8 stand
Gli otto migliori stand dalla main section della visitatissima fiera spagnola in svolgimento fino a domenica 25 febbraio 2018.
Ha vissuto anni gloriosi, poi anni di crisi, poi ancora anni (ma questo avviene anche oggi) durante i quali il suo ruolo era travisato, presa d’assalto com’era – e com’è – da orde di visitatori che ne fanno la fiera più visitata del mondo. Del resto ARCOmadrid è la più grande manifestazione spagnola dedicata all’arte contemporanea e allora tutti ci vanno: famiglie, appassionati, art lovers, scolaresche in pausa invernale; non solo addetti ai lavori come dovrebbe essere per un evento business to business. Dopo tutte queste vicissitudini, dopo essere passata attraverso cambi di direzione e dopo aver superato gli anni brutti della crisi spagnola, ARCOmadrid ha costruito la sua identità e lo ha fatto puntando tutto sull’internazionalità. Alimentata dall’apertura della fiera sorella a Lisbona, corroborata dalla crescita collezionistica dei paesi di lingua spagnola, facilitata da una posizione logisticamente felice anche per accogliere i visitatori nordamericani, quest’anno giust’appunto presenti in forze. Ne esce una fiera credibile. Ben collocata subito dopo il terzetto delle grandi rassegne d’’arte contemporanea continentali (Frieze a Londra e ancor più Fiac a Parigi e naturalmente Art Basel in Svizzera), quest’anno ARCOmadrid gioca ancor di più di quanto non abbia fatto in passato la carta delle sezioni curate. Di Opening, che vede in squadra anche l’italiana Ilaria Gianni, abbiamo già detto. Poi c’è la sezione – tutta modulata in stand -che ospita le doppie personali, curata da María de Corral, e infine la sezione più fresca e innovativa, che farà discutere e dibattere, chiamata Futuro e curata da Chus Martinez. Considerando che abbiamo approfondito quasi tutte le sezioni speciali con articoli ad hoc, ci siamo qui concentrati nello stilare la nostra top chart dei migliori stand sulla main section, sezione principale che, paradossalmente, vista l’attenzione sulle piccole sezioni speciali, rischia di esser trascurata. Ecco i migliori stand.
http://www.ifema.es/arcomadrid_01/
MOR CHARPENTIER – PARIGI
Grande collettiva con tanti nomi che potresti pensare ad un mercatino e invece no. Tutto al top. Tutti i media utilizzati. Tutti trentenni arrembanti, o quasi. Ci sono Teresa Margolles, Carlos Motta, tante cose del messicano Edgardo Aragón e una proiezione di Lawrence Abu Hamdan nella project room dello stand. Bravi.
P420 – BOLOGNA
Paolo Icaro, Rodrigo Hernandez, Irma Blank, Riccardo Baruzzi, la new entry June Crespo con le sue sculture a terra. Anche qui una collettiva – però che collettiva, ragazzi!-: una esposizione trasversale di tutto il lavoro di una delle più interessanti gallerie italiane.
PARRA Y ROMERO – MADRID, IBIZA
Sull’esterno dello stand Rosa Barba con alcune piccole proiezioni; poi Walid Raad che parla di Beirut e un grande lavoro di Stefan Bruggemann. A terra le parole cromate di Robert Barry.
PERSANO – TORINO
Mario Merz di lato con un lavoro grande e suggestivo, Nicola De Maria e Pedro Cabrita Reis sullo sfondo. Uno spazio stretto e lungo di grande suggestione nel bel mezzo della fiera.
HAUSER&WIRTH – LONDRA, NEW YORK, ZURIGO
Le grandissime gallerie non hanno fatto grandi stand a questa edizione di ARCOmadrid. Hanno organizzato collettive commerciali, di scarso fascino. Hauser&Wirth un po’ si salva però. Anche se mercatino, è un mercatino di livello con Dan Graham (poi venduto a Helga de Alvear) Pipilotti Rist, Paul McCarthy, Fausto Melotti, Louise Bourgeois, Lygia Pape, Philip Guston… E scusate se è poco.
NADJA VILENNE – LIÈGE
“Tra umorismo e tragedia” qualcuno ha identificato le opere di Maen Florin. E qui confermiamo, dopo aver visto il layout proposto dalla galleria belga ad ARCOmadrid. Una delle poche ad aver azzardato una mostra personale così netta.
HORRACH MOYÀ – PALMA DI MAIORCA
Grande spazio di grande respiro con tanti grandi nomi. Muntean/RoseNblum sullo sfondo, Lawrence Weiner di lato, i lunch box in ceramica di Alicia Framis e una significativa scultura di Joana Vasconcelos nella project room.
VAN DOREN WAXTER – NEW YORK
Bel display della galleria newyorkese che posiziona le opere dei bravi Caetano de Almeida (brasiliano) e Jeronimo Elespe (spagnolo) in linea di galleggiamento tra i due gradienti azzurri delle pareti.
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