Arte in eredità ad un museo. Va al MASI di Lugano la donazione Giancarlo e Danna Olgiati
La donazione al museo elvetico di 76 opere d’arte contemporanea da parte della coppia di collezionisti svizzeri, Giancarlo e Danna Olgiati, si aggiunge al deposito a lungo termine iniziato nel 2012.
Nel 2012 i coniugi Giancarlo e Danna Olgiati – due fra i collezionisti più noti di tutta la Svizzera – hanno dato in deposito un vasto corpus di opere al LAC, il nuovo museo di Lugano che ha aperto i battenti nel 2015 ed ospita nel nuovo edificio di tre piani il Museo d’arte della Svizzera italiana (MASILugano), nato dall’unione tra il Museo Cantonale d’Arte e il Museo d’Arte della Città di Lugano.
LA COLLEZIONE
La collezione dei coniugi Olgiati è ospitata all’interno di Spazio -1, nei sotterranei adiacenti al centro culturale LAC. Una collezione importante, cresciuta nel tempo grazie a un accordo con la Città di Lugano per il deposito a lungo termine di oltre 200 opere. E che è ancora destinata a crescere. Il Consiglio di Fondazione del Museo d’arte della Svizzera italiana ha, infatti, recentemente annunciato la donazione di 76 opere d’arte da parte di Giancarlo e Danna Olgiati, articolata in quattro nuclei distinti: Artisti Internazionali con 8 opere di Christian Boltanski, Liu Ding, Shannon Ebner, Karl Haendel; Artisti svizzeri con 28 opere di Adriana Beretta, Martin Disler, Edmondo Dobrzansky, Urs Lüthi, Flavio Paolucci, Luciano Rigolini, Loredana Sperini; Artisti italiani con 28 opere di Stefano Arienti, Francesco Barocco, Riccardo Beretta, Vincenzo Cabiati, Pierpaolo Campanini, Gianni Caravaggio, Roberto Ciaccio, Chiara Dynys, Daniela De Lorenzo, Francesco Gennari, Amedeo Martegani, Perino & Vele; Fotografia “Bauhaus” con 12 opere di Lux Feininger, Franco Grignani, Xanti Schawinsky, Luigi Veronesi.
LE DONAZIONI AL MUSEO
La donazione va, così, a rafforzare il nucleo originario di opere che spaziano dal Futurismo a oggi, con un focus sui Nouveaux Réalistes e sull’Arte Povera, donato dalla coppia di collezionisti, e si aggiunge ad altre prestigiose donazioni di privati come la collezione Lenggenhager-Tschannen e la collezione Panza di Biumo, una delle più prestigiose raccolte di arte post-minimal e concettuale di tutta la Svizzera. Un colpo importante per il museo elvetico in un momento molto particolare caratterizzato dall’avvicendamento tra Marco Franciolli e Tobia Bezzola alla guida del MASI avvenuto il primo gennaio 2018. Un gesto significativo che riconferma il rapporto di vicinanza tra la coppia di collezionisti e il Museo che ci tiene, però, a ricordare il lungo rapporto di collaborazione avuto con Franciolli. “Ricordiamo oggi, non senza emozione, gli incontri e le lunghe conversazioni avute per tanti anni fra noi e Marco Franciolli”, ha sottolineato la coppia in una nota, “su singole o gruppi di opere perché mossi dalla condivisione di una comune linea di contenuti e di gusto”. Proprio Franciolli ha selezionato le 76 opere entrate nella collezione del Masi che saranno al centro di una mostra intitolata Noi e il Masi, in programma dal 22 aprile al 29 luglio 2018. Mentre, la prossima apertura dello Spazio -1 è prevista dal 18 marzo al 27 maggio 2018 ed ospiterà un allestimento di circa cento opere che spaziano dagli anni Cinquanta del Novecento al presente.
– Claudia Giraud
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