La poesia concettuale di Gianni Dessì. A Bologna
OTTO Gallery, Bologna ‒ fino al 15 aprile 2018. Una mostra che si snoda lungo l’asse del tempo, con sette opere realizzate in altrettanti periodi della carriera, e riunite a distanza di anni, come le pietre miliari di un percorso artistico caleidoscopico, legato all’indagine dell’intimità umana.
Ispirandosi a un antico strumento di navigazione, Gianni Dessì (Roma, 1955) traccia la rotta del suo percorso artistico, fra pittura, scultura e disegno; un percorso silenzioso, appartato, pensato per una dimensione intima, caratterizzato da pochi colori mai appariscenti, se si eccettua il discreto uso del giallo.
Lo sguardo, la parola, l’empatia, sono gli elementi evocati da queste sette opere, dove l’Espressionismo Astratto s’insinua con garbo, affiancandosi a un naif dal sapore decisamente hopperiano ‒ con quelle finestre di sbieco aperte sull’infinito del cielo o del mare ‒, e a un poetico realismo scultoreo che ricorda Rodin, senza tralasciare riferimenti al celebre Urlo di Munch. Con sensibilità letteraria, Dessì imprime alle sue opere un andamento esistenziale; gli spazi sono angusti, gli sguardi pensosi e le differenti tecniche adottate rivelano un universo creativo in espansione, così come l’immagine si fa narrazione delicata del vissuto quotidiano.
‒ Niccolò Lucarelli
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