Al via The Armory Show a New York. Le prime immagini della fiera

Si alza il sipario sull'Armory Show e sulla New York artweek. In diretta dalla Grande Mela, le prime immagini della fiera.

C’è il pubblico delle grandi occasioni alla preview del The Armory Show, storica manifestazione dedicata all’arte moderna e contemporanea, nonostante la forte nevicata che flagella la Grande Mela e le difficoltà negli spostamenti. Il primo dato che salta all’occhio attraversando gli ex capannoni del Pier 92 e 94, collocati sulle sponde del fiume Hudson, è il numero impressionante degli espositori: 198 gallerie internazionali, di cui un terzo in fiera per la prima volta. Segno che la manifestazione, fondata nel 1994 da quattro galleristi newyorchesi, è più viva che mai.

LA FIERA IN GENERALE

La grande installazione Lion di Nam June Paik (Seul, 1932 – Miami, 2006) che campeggia nello stand di Gagosian all’ingresso della fiera è indicativa, più di quanto non voglia, di quella che è la tendenza generale. Dipinti, sculture, installazioni, la parola d’ordine è: grandioso. Una propensione che accumuna tutte le big galleries – Perrotin, Gagosian, Lisson, Peter Blum, Lia Rumma, Galleria Continua, Thaddaeus Ropac, Pierogi (che presenta il lavoro inedito Pink forest di Patrick Jacobs che è probabilmente l’opera più instagrammata della fiera) – ma che riscontriamo in tutti e cinque i settori con un livello delle proposte davvero molto alto.

LE 5 SEZIONI DELLA FIERA

Il settore centrale, Galleries, fa ovviamente la parte del leone. Qui si concentrano il numero maggiore di gallerie con uno spettro ampissimo di collocazioni geografiche. Dagli Stati Uniti all’Europa, dall’America Latina all’Asia, attraversando i corridoi della fiera sembra davvero di compiere una veloce incursione nell’arte contemporanea dei vari paesi. L’ultima parte di Pier 94 è occupata da Present, la sezione dedicata alle gallerie più giovani, con alle spalle al massimo dieci anni d’attività. Pier 92 ospita invece la sezione Focus, curata da Gabriel Richter, che accoglie gallerie che presentano al massimo due artisti dagli anni Settanta ad oggi con opere che ruotano intorno al tema del rapporto tra corpo e tecnologia. Insights si concentra, invece, esclusivamente sull’arte del XX secolo. Infine c’è Platform, curata da Jen Mergel, ideata per accogliere opere su larga scala e site specific pensate per esaltare gli ambienti industriali dei Pier.

LE GALLERIE ITALIANE

Tante le gallerie italiane presenti, segno che l’Armory suscita ancora un forte richiamo al di là dell’oceano, nonostante la competizione con la più “fresca” ed europea Frieze che inaugura a soli due mesi di distanza. La maggior parte delle gallerie sono collocate nel settore centrale della fiera. Qui troviamo: Lia Rumma, Galleria Continua, Kaufmann Repetto, Galleria d’Arte Maggiore, Mazzoleni, Francesca Minini, Galleria Massimo Minini, Galleria Lorcan O’Neill, P420, Vistamare. Focus accoglie, invece, Prometeogallery di Ida Pisani, che presenta forse lo stand più marcatamente politico dell’intera fiera con le opere di Regina Galindo e Maria Evelia Marmolejo. Il settore Insights ospita: Cortesi, Lorenzelli Arte e Montrasio Arte / KMO. L’unica galleria italiana nella sezione Present è Alberta Pane, mentre in Platform non è presente nessuna galleria italiana.

– Mariacristina Ferraioli

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Mariacristina Ferraioli

Mariacristina Ferraioli

Mariacristina Ferraioli è giornalista, curatrice e critico d’arte. Dopo la laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia dell’Arte, si è trasferita a Parigi per seguire corsi di letteratura, filosofia e storia dell’arte presso la Sorbonne (Paris I e Paris 3).…

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