Dieci artisti e Noam Chomsky. A Milano
Avantgarden Gallery, Milano ‒ fino al 16 marzo 2018. Una delle gallerie di riferimento per la Street Art nel capoluogo meneghino ospita la seconda tappa del progetto espositivo “//NO FONT ((CODEX)(…2”, che mette in relazione un gruppo di artisti internazionali con le teorie formulate da Noam Chomsky sul controllo collettivo dei mass-media.
Pensare di costruire una mostra partendo dalle dieci leggi del potere di Noam Chomsky potrebbe risultare un azzardo. Complicato misurarsi con quello che è probabilmente il più grande filosofo vivente su un terreno scivoloso come quello del linguaggio e della comunicazione. Eppure la mostra funziona. E funziona anche l’idea di invitare dieci artisti calligrafi internazionali a elaborare una propria personale interpretazione delle dieci strategie formulate da Chomsky sul controllo collettivo dei mass-media a partire dal saggio Le dieci leggi del potere: Requiem per il sogno americano.
“La mostra ha avuto una genesi molto lunga”, racconta Manfredi Brunelli Bonetti, curatore della rassegna e proprietario della galleria, “non solo per il peso culturale dell’argomento, ma anche perché volevo che partecipassero alcuni degli artisti più interessanti della scena internazionale”. E i nomi degli artisti coinvolti sono tutti di primo livello. Da Chaz Bojórquez, maestro del Cholo di Los Angeles, a Cryptik, creatore di incredibili mandala, da Luca Barcellona, calligrafo milanese di fama internazionale, a Diaa Allam, urbanista e architetto iracheno. E poi ancora Skki, Faust, Hassan Massoudy, Poesia Transcend, Rae Primo, Usugrow, Zepha e Rammellzee.
‒ Mariacristina Ferraioli
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