Sulle orme di Michelangelo. Nasce Enrico Marinelli Award per il contemporaneo al Duomo di Firenze
Prima edizione di un premio internazionale che permette di fare arte contemporanea in linea con lo spirito dei grandi maestri del passato. L’opera vincitrice entrerà nella collezione dell’Opera del Duomo di Firenze.
Esplorare i grandi temi dello spirito umano, per realizzare delle sculture che, sulle orme dei grandi artisti come Michelangelo, Ghiberti e Brunelleschi, divengano parte integrante dell’Opera del Duomo di Firenze. È questo l’obiettivo del neonato Premio Enrico Marinelli Contemporary Art Award, istituito da Opera di Santa Maria del Fiore e da Guild of the Dome Association, in memoria dello straordinario contributo offerto da Enrico Marinelli, fondatore dell’associazione non-profit Guild. Titolare della Galleria Frilli – specializzata in repliche classiche di statue in bronzo, marmo e pietra, con cui ha realizzato 2 anni fa il restauro della porta Nord del Battistero di Firenze -, l’imprenditore fiorentino scomparso nel febbraio 2016 aveva fondato nel 2012 Guild of the Dome per raccogliere finanziatori privati di tutto il mondo che condividessero i valori universali espressi dalla cattedrale di Santa Maria del Fiore, sullo stile delle antiche Arti e Corporazioni.
UNA SCULTURA PER L’OPERA DEL DUOMO
Con quello stesso spirito è nato l’Enrico Marinelli Award che, grazie anche alla generosità di Eurovita Assicurazioni, permetterà all’artista vincitore di creare una scultura originale per il Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, che dovrà essere realizzata in Toscana, avvalendosi di artigiani locali, e sarà esposta temporaneamente nel museo per un periodo di sei mesi, entrando poi a far parte della sua collezione. Coordinatrice del Premio è la curatrice di fama internazionale Adelina von Fürstenberg. La giuria è composta da Micol Forti, direttrice della Collezione di Arte Contemporanea dei Musei Vaticani; David Stuart Elliott, vice direttore e curatore senior presso il RMCA di Guangzhou; Antonio Natali, consigliere dell’Opera di Santa Maria del Fiore; Christian Oxenius, scrittore e curatore della Kunsthalle di Osnabrück; Denys Zacharopoulos, direttore artistico della Galleria Municipale, Museo e Collezione della Città di Atene. Insieme hanno esaminato 45 profili di artisti proposti da 10 critici e curatori di arte contemporanea, arrivando a selezionare 5 finalisti. Francesco Arena (Italia), Marco Bagnoli (Italia), Sakshi Gupta (India), Mikayel Ohanjayan (Armenia) e Barthélémy Toguo (Camerun) – questi i nomi scelti per la loro capacità di ispirarsi al contesto, di creare in continuità tra passato e presente, di avvalersi di risorse locali per creare la propria opera, alla maniera in cui lavoravano i grandi maestri che hanno creato i capolavori per i monumenti dell’Opera di Santa Maria del Fiore.
FINCHÉ C’È ARTE C’È SPERANZA
Gli artisti dovranno creare un’opera ispirata al tema della Speranza. “La Speranza era una virtù teologica, la speranza in Dio e nella sua salvezza”, spiega Timothy Verdon, direttore del Museo dell’Opera del Duomo e membro del comitato tecnico del premio. “Oggi, anche quando essa ha ancora un contenuto religioso, la speranza riguarda le persone e le situazioni concrete, e soprattutto il loro potenziale di cambiare. Gli artisti del concorso potranno orientarsi su problematiche e aspirazioni del nostro tempo: l’immigrazione, la pace, la prosperità umana”. Un solo progetto sarà selezionato fra le cinque proposte e il vincitore sarà invitato nel corso dell’estate 2018 per una residenza artistica presso Firenze, al fine di realizzare la sua scultura che sarà presentata al pubblico nel mese di ottobre 2018.
– Claudia Giraud
http://marinelli.operaduomo.firenze.it/
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