Tutti a casa di Daniel Libeskind a Milano. Per la mostra dei disegni della Collezione Ramo
L’archistar ospita nel suo loft privato una mostra che racconta la Collezione Ramo di Giuseppe Rabolini, con un focus specifico sul disegno. Ce ne parla la curatrice, Irina Zucca Alessandrelli, che annuncia un catalogo generale e una mostra al Museo del Novecento
“Da quel che mi risulta siamo l’unica collezione concepita fin dall’inizio con l’idea di rappresentare al meglio il XX secolo italiano attraverso il disegno. Non esiste altra collezione così focalizzata in modo programmatico su questo mezzo espressivo e solo sull’Italia dall’inizio del secolo scorso alla fine degli anni Ottanta. La passione per il disegno nasce dall’esperienza fatta dal collezionista Giuseppe Rabolini (imprenditore milanese, fondò Pomellato nel ‘67, ndr) all’inizio della sua carriera come disegnatore di gioielli, per cui ha da sempre guardato con particolare attenzione il disegno dei grandi artisti come prima espressione dell’idea, proprio per la qualità intrinseca di immediatezza che caratterizza questo mezzo espressivo” – a parlare è Irina Zucca Alessandrelli, curatrice della Collezione Ramo che si presenta durante la art week di Milano con un opening di lusso che si svolgerà nel loft milanese dell’archistar Daniel Libeskind, andando dunque ad abitare uno spazio privato, con una collezione che è – come molte raccolte d’arte – frutto di una grande passione e di una delicatissima ossessione. La città moderna a casa Libeskind, così si chiama il progetto, apre il 13 aprile a City Life, le residenze progettate dall’architetto americano-polacco, e resta on show fino al 22 aprile 2018, presentando opere di Afro Basaldella, Umberto Boccioni, Fortunato Depero, Luigi Russolo, Mario Sironi, Antonio Sant’Elia.
IL DISEGNO LA PARTE PIÙ INTIMA DELL’ARTE
Le carte e il disegno, grandi compagni dell’artista fin dagli albori, ha oggi riconquistato a sé uno spazio importante nello scenario dell’arte contemporanea: sono nate nell’ultimo decennio fiere che hanno come focus questo supporto, dalla spagnola Drawing Room alla Svizzera Wopart, fino all’ultima nata a Basilea Paper Positions, mentre le grandi kermesse come Artissima non resistono all’idea di avere una sezione che celebri i risultati più coinvolgenti, tra schizzi, progetti, acquerelli, appunti. Rabolini è ovviamente dall’altra parte della barricata, non di chi vende, ma di chi compra e porta a casa. Le ragioni stanno nella natura stessa della pratica: “la mano”, spiega la Zucca Alessandrelli, “trasferisce sulla carta l’idea, ed è quindi la genesi di ogni opera. Il disegno non si corregge perché di solito viene fatto per sé stessi e fa parte della sfera intima dell’artista. Nessun altro mezzo espressivo possiede questa qualità di immediatezza. Di molti artisti noti non si conosce la produzione su carta che spesso è del tutto autonoma rispetto alla pittura e alla scultura. Il XX secolo italiano trova nel disegno la sua spina dorsale che si sviluppa durante tutto il secolo. Ma chi conosce i magnifici disegni di Wildt, di Medardo Rosso, di Tancredi, di Gnoli, di Fabio Mauri? – solo per fare degli esempi di autori di cui il grande pubblico conosce solo una parte della produzione e spesso non si tratta neanche di una produzione secondaria e lo dimostra il grande numero di opere su carta che quasi sempre copre l’arco dell’intera esistenza dell’artista”.
STASERA A CASA DI LIBESKIND
Sulla carta stanno anche i progetti, dunque chi meglio di un architetto poteva inaugurare questa sortita milanese di una grande collezione che si rivela al pubblico? Questa prima mostra affronterà il tema del mito della città moderna che a Milano trova i suoi alfieri più affascinanti negli ex ragazzi terribili, ormai maestri, del futurismo. La città che sale del primo ‘900 prende corpo nelle forme tracciate ad esempio da Boccioni, Sant’Elia, Russolo, ma non solo. “La storia quotidiana della città racconta così una storia dell’arte diversa, più vicina alle vite degli artisti, più vicina ai nostri interessi attuali, più fruibile per tutti. La scelta di Citylife, il nuovo avveniristico quartiere milanese, continua il discorso sulla città che cresce che aveva cominciato Boccioni e che poi si proietta su New York quando gli artisti italiani cominciano a partire per gli Stati Uniti. Depero, in grande anticipo, parte negli anni Trenta e viene colpito dalla metropolitana sopraelevata di Manhattan, dal saliscendi velocissimo… poi il resto lo vedrete con i vostri occhi alla mostra”, prosegue la curatrice, che annuncia, inoltre, una futura mostra al Museo del Novecento di Milano.
MOSTRA E CATALOGO
Parallelamente all’uscita del catalogo della Collezione Ramo (che conta ad oggi oltre 500 pezzi su carta dal primo ‘900 fino agli anni ‘90), “concepito come una riflessione sul Disegno italiano del XX secolo, con saggi atipici che metteranno in luce aspetti finora sconosciuti alla storia dell’arte legati alla produzione su carta”, la raccolta andrà in mostra al Museo del Novecento di Milano. “La mostra racconterà personalità dell’arte famosissime ed altre meno conosciute attraverso capolavori poco o mai visti per presentare il secolo scorso attraverso punti di vista inediti. Il disegno costringe a guardare in altro modo e, indirettamente, a slegare gli artisti da etichette e movimenti che spesso loro stessi hanno vissuto come forzature per metterne a fuoco l’originalità. La produzione su carta, che è la più sincera che esista, riserva moltissime sorprese. Mi auguro che la mostra rappresenti un primo passo per una nuova considerazione del disegno che ha ancora moltissimo da dire e a cui per molto tempo non è stato dato ascolto”.
– Santa Nastro
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati