Ogni studio è una Biennale. Inaugura la prima mostra alternativa (e indipendente) de l’Havana
Si svolgerà nelle case e negli studi degli artisti. La mostra indipendente è una risposta alla decisione del Governo cubano di rimandare la Biennale istituzionale al 2019, a causa dei danni provocati dall’Uragano Irma.
Ne avevamo già parlato a marzo. La Biennale de l’Havana, che avrebbe dovuto tenersi regolarmente nel 2018, non avrà luogo. A seguito dei danni ingenti dovuti all’Uragano Irma, le istituzioni locali hanno infatti deciso di rimandare la manifestazione al 2019. Non senza qualche risentimento da parte della comunità degli artisti cubani, che hanno quindi deciso di mettere in piedi l’episodio pilota di una biennale alternativa. Il progetto, che ha avuto una storia burrascosa, è finalmente realtà e si terrà dal 5 al 15 maggio nella capitale cubana. L’iniziativa vede tra i suoi promotori l’artista Luis Manuel Otero Alcántara, nell’autunno scorso, secondo il blog 14ymediodi Yoani Sanchez, arrestato per ricettazione e poi rilasciato su cauzione. Secondo il blog l’artista sarebbe stato fermato dopo una perquisizione nella sua casa e il ritrovamento di materiale illegale. Al suo arresto è seguita una protesta e lo sciopero della fame dello stesso Alcantara. Dopo la scarcerazione ha continuato a organizzare il progetto, realizzato con un budget di 20.000 dollari raccolti con una campagna di crowdfunding.
OGNI STUDIO PER UNA BIENNALE
Il titolo è In Every Studio a Biennial. È della partita anche la curatrice Yanelys Nuñez Leyva che insieme a Luis Manuel Otero Alcantara ha coinvolto una squadra di artisti, critici e curatori che organizzeranno mostre e talk nelle case e negli studi disseminati nella città. Il titolo richiama ironicamente gli inni del Comitato per la Difesa della Rivoluzione (CDR), “in ogni blocco un comitato, in ogni quartiere una rivoluzione”. Ma mentre i CDR, scrivono gli organizzatori, sono famosi per funzionare come “cani da guardia dei quartieri per la sicurezza dello Stato, la biennale utilizza questo modello di dispersione spaziale -ma politicamente unitaria – guardando all’arte come a un modo per rivitalizzare la società cubana. La Biennale non è però un atto di aggressione rivolto alle istituzioni culturali esistenti e contro la Biennale governativa della città”. Dopo la scelta di stoppare l’edizione del 2018, “molti professionisti delle arti cubane hanno ritenuto che la cultura istituzionale necessitasse di una iniezione di energia creativa per combattere una crisi generale. La 00Bienal vuole essere un’opportunità di impegno pubblico per gli artisti, anche se tale sforzo deve essere portato avanti con risorse minime”.
I PROTAGONISTI
Gli artisti partecipanti saranno Lázaro Saavedra, Jose Luis Marrero, Chino Novo, Yuri Obregón, Jose Ernesto Alonso, Serones, Adonis Milan, Amaury Pacheco, Iris Ruiz, David de Omni, Yasser Castellanos, Sam 33, The 2+2=5 Collective, Happy Zombie, Yoanny Aldaya, Italo Expósito, Ariel Maceo, Nonardo Perea, Marcel Marquez, Lía Villares, Luis Trápaga, Yimi Konclase e Wilay Mendez. Gli spazi indipendenti che hanno aderito sono Espacio Aglutinador, INSTAR, El Oficio, Taller Yobatard, Estudio Yo soy el que soy, Norias and the Museo de Arte Políticamente Incómodo (MAPI). Molte opere saranno visibili su piattaforme digitali. Molti artisti provenienti da Spagna, Colombia, Brasile, Messico, Stati Uniti, Africa, Germania, Romania e Ucraina parteciperanno: i loro nomi saranno resi noti dopo l’inaugurazione per impedire alle autorità cubane di bloccare il loro ingresso nell’isola.
– Santa Nastro
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