Arte e autismo. Il potere dell’espressione in mostra a Milano
Gallerie d'Italia, Milano ‒ fino al 3 giugno 2018. Trenta autori affetti da autismo propongono le loro creazioni, originali ed elaborate. Una mostra per superare i luoghi comuni, e un programma di iniziative per far sì che l'arte parli a tutti.
Sessanta opere di trenta autori compongono L’arte risveglia l’anima, mostra alle Gallerie d’Italia che sottolinea l’importanza dell’arte per le persone affette da disturbo autistico. In effetti, l’esposizione è risultato e preludio di un programma più ampio di iniziative a cura delle associazioni Autismo Firenze e Immaginar.io ‒ soprattutto visite guidate che introducono i soggetti autistici nei musei con il giusto linguaggio, attivando i percorsi cognitivi necessari. Le stesse Gallerie d’Italia sono state protagoniste di questo progetto, con “visite multisensoriali” alla collezione.
VISIONI ORIGINALI
Non arteterapia, dunque, ma accesso specifico al linguaggio artistico e ai suoi capolavori, oltre che espressione in prima persona con opere che meritano di essere guardate al di là del contesto in cui sono nate. Con l’obiettivo non secondario di contribuire a una conoscenza più precisa dell’autismo, al di là dei luoghi comuni e della disinformazione.
Quella milanese è la quinta tappa di una mostra partita da Firenze, ideata dal direttore dell’Ermitage Michail Piotrovski e curata da Cristina Bucci, storica dell’arte. La selezione di lavori presenta modalità di espressione differenti, alcune più semplici e altre complesse e stratificate, a testimonianza dell’ampia gamma di manifestazioni del disturbo autistico e delle diverse personalità dei singoli autori. A partire dall’osservazione di capolavori dell’arte, da esperienze e riflessioni su se stessi oppure da spunti autonomi, gli autori creano visioni personali dotate di modi espressivi originali.
COMPOSIZIONE E CROMATISMI
Impossibile citare tutti gli autori: ecco dunque un piccolo percorso per forza di cose incompleto. Aprono la mostra le tele espressioniste di Keiko Araki, tra cui spicca la veduta di scorcio di Amsterdam. La capacità compositiva è il punto forte di Daniele Bertanzetti, che affastella disegni a biro di automobili fino a creare un intrico complessivo che supera la somma delle parti, e di Francesca Lussignoli, con colorati tourbillon di persone e oggetti. Stefania Giancane crea invece complesse visioni che, partendo dal personale, diventano fortemente simboliche, con grande, perturbante sensibilità cromatica. Manuel Falcone rifà Mondrian sotto forma di collage, Gabriele Lobertini presenta un postcubismo dotato di un linguaggio proprio e suggestivo. Da notare, percorrendo la mostra, come i d’après da autori storici come Matisse e Marini siano interpretati da ciascun autore in modo tanto personale e differente.
‒ Stefano Castelli
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