Rinascimento presente. Pittura in mostra a Todi

Palazzo del Popolo e Palazzo del Vignola, Todi ‒ fino al 1° luglio 2018. Suggestioni rinascimentali per una mostra che parla di pittura contemporanea. Riunendo quindici artisti dell’epoca attuale.

Nella splendida cornice della campagna umbra ‒ arroccata su un colle a 400 metri sopra il livello del mare ‒ si trova la cittadina medievale di Todi dove la mostra De Prospectiva Pingendi. Nuovi scenari della pittura italiana a cura di Massimo Mattioli ha dato il via al progetto di rinnovamento voluto dall’amministrazione comunale e fortemente sostenuto dal sindaco Antonino Ruggiano, che mette la cultura al centro del suo programma.
La mostra si snoda tra due dei palazzi nobiliari più importanti della città, Palazzo del Popolo – nella neo restaurata Sala delle Pietre ‒ e Palazzo del Vignola, il cui maestoso portale d’ingresso porta proprio la firma del grande trattatista e architetto manierista.
Alla luce dei cambiamenti introdotti dall’avvento della tecnologia, dei social media, degli smartphone, l’uomo si è trovato a essere sempre più connesso con il mondo e paradossalmente sempre più solo e individualista in tutti i campi del sapere, perfino nelle arti.
Pertanto sono venute a mancare tutte quelle aggregazioni socio-politiche e artistiche che avevano caratterizzato i movimenti o le correnti d’avanguardia del secolo breve per far spazio a erranze stilistiche o a individualismi spesso anche più forti dei gruppi stessi.
Mattioli ha così raccolto sotto lo stesso tetto alcuni pittori delle ultime generazioni, senza però insignirsi del titolo di “curatore-demiurgo”, ma facendosi da parte per lasciar parlare la pittura. Attraverso un percorso capace di offrire un ampio sguardo su quella che è la pittura più recente, dagli Anni Novanta a oggi.

Alessandro Cannistà, exhibition view at De prospectiva pingendi, Todi 2018

Alessandro Cannistà, exhibition view at De prospectiva pingendi, Todi 2018

GLI ARTISTI

La scelta è quindi caduta su quindici artisti per un totale di circa cinquanta opere. Mattioli si ispira per questa scelta al De prospectiva pingendi di Piero della Francesca e ricerca gli artisti attenendosi alla suddivisione da lui data nel famoso trattato sulla prospettiva: il “disegno”, cioè come dipingere le figure, il “coloro”, cioè come colorarle, e la “commensurazio”, cioè come disporle nello spazio.
Si attraversano quindi vari stili e vari autori, dalla tradizione figurativa rivisitata e distrutta da Nicola Samorì alle figure classiche ricoperte da sentori americaneggianti di Nicola Verlato; dalle scene surreali di Thomas Braida alle ironiche figure fiamminghe intrecciate con figure retoriche delle avanguardie del primo Novecento di Simone Berti; dai paesaggi onirici di Antonio Bardino a quelli sfumati e intuitivi di Angelo Bellobono; dalle rarefatte atmosfere di Danilo Buccella ai paesaggi underground di Andrea Chiesi; dalle ricerche informali di Laura Lambroni alle pseudo figurazioni emotive di Gioacchino Pontrelli.
Si passa poi all’indagine della forma con una grande installazione di Marco Neri e le carte disegnate dal fumo di Alessandro Cannistà, arrivando alle alterazioni ironiche dell’immagine di Mario Consiglio all’astrattismo ingannevole di Giuseppe Adamo e ai coloratissimi personaggi della giovane Silvia Mei.

‒ Valentina Grandini

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Valentina Grandini

Valentina Grandini

Profilo: Valentina Grandini (Pietrasanta, 1978) è storica dell’arte, curatrice indipendente, art advisor, fotografa e organizzatrice di mostre ed eventi legati all’arte contemporanea. Dal maggio 2011 collabora con Artribune. Dal 2008 svolge l’attività di art advisor collaborando con collezionisti privati alla…

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