Fotografie e impronte. Roman Signer a Roma
Istituto Svizzero, Roma ‒ fino al 1° luglio 2018. La figura estremamente affascinante di Roman Signer, con alle spalle un lavoro cinquantennale, si distingue per la sua attualità.
Nelle sale di Villa Maraini, un fulgore di marmi e rivestimenti policromi, a colpo d’occhio una punta di kayak rosso scarlatto, un tappeto con gobba centrale, un fucile che mira all’obiettivo dall’altra parte del tunnel di stoffa e all’esterno una piscina gonfiabile per bambini colma di braccioli.
Azioni dal 1972 al 1989 sono immortalate in una galleria di scatti inediti, salvate nel frangente di stasi dopo la dinamica performativa. Roman Signer (Appenzell, 1938) lascia il brulichio dopo lo scoppio della polvere da sparo, una nostalgia del movimento e una testimonianza dal potenziale poetico. Esperimenti che coinvolgono la natura prima che l’uomo e si tingono di tonalità romantiche. Come se l’artista imprigionasse nella quarta dimensione il respiro e il battito accelerato dopo la corsa, in una sospensione carica di attesa. In Deckenbemalung, un drone “quadricoptero”, come una falena in trappola, lascia impronte Blue Klein (IKB) sul soffitto algido. La meccanizzazione delle Antropometrie.
‒ Giorgia Basili
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