L’occhio tagliato. Una mostra sul potere delle immagini nella società contemporanea
Un progetto di mostra che nasce da un'esperienza laboratoriale. Il tema? Il potere delle immagini e la loro inarrestabile manipolazione. Un curatore e quattro giovani artisti alle prese con un tema di grande attualità. A Casa Capra, in provincia di Vicenza, fino al 10 giugno
Il titolo della mostra, L’occhio tagliato, è un chiaro riferimento a una delle sequenze più famose della storia del cinema, quella che apre il capolavoro surrealista di Salvador Dalì e Luis Buñuel Un chien andalou (1928). Nella scena, che conserva, a un secolo di distanza, tutta la sua potenza iconica e il suo potere disturbante, la pupilla di una donna viene recisa con un rasoio. Lo spettatore viene così invitato a superare i limiti di una visione convenzionale, a squarciare il velo di Maya, a inoltrarsi in territori sconosciuti, anche a costo di dover affrontare grandi sofferenze. Ma la pupilla tagliata è anche il simbolo della forza delle immagini, della loro capacità di incidere sui comportamenti e sui sentimenti dei singoli e della società.
LA MOSTRA
È da questi presupposti che nasce una piccola e interessante mostra negli spazi di Casa Capra a Schio, in provincia di Vicenza, curata dall’artista e curatore Valerio Veneruso. Il progetto, che include i lavori di quattro giovani artisti – Stefano Galeotti, Alberto Rossi, Morena Sarzo e Carlo Strano – nasce dall’esperienza di un workshop omonimo, svoltosi a Padova nel novembre del 2016 nel contesto del progetto Excinema, curato dallo stesso Veneruso in collaborazione con Caterina Benvegnù. “Come nasce un’immagine in movimento? Che valore ha oggi tutto ciò che vediamo? Come fare a orientarsi in questo dedalo visivo difficile da gestire?”, queste le domande che si pongono il curatore e gli artisti, cercando di fornire delle risposte concrete.
IL WORKSHOP
Dopo aver acquisito, durante il workshop, una consapevolezza maggiore sull’uso di determinati linguaggi e strumenti, i partecipanti dell’iniziativa sono stati invitati a ragionare sulla possibilità di produrre video senza necessariamente avvalersi delle canoniche tecniche di realizzazione, riflettendo sulla natura ambigua di questo medium. Il risultato finale, visibile nella cornice di Casa Capra in veste di mostra collettiva, si concretizza in un’esplorazione di quello spazio liminale che separa la dimensione analogica da quella digitale, accostando il sapore nostalgico di estetiche precedenti l’avvento di Internet, alla curiosità verso forme più eteree e nuovi approcci al sapere. È disponibile anche un catalogo con testi di Caterina Benvegnù, Silvia Cegalin e Valentina Puato.
– Valentina Tanni
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